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Beppe Grillo minaccia Salvini: "Lo manderei a calci a lavorare al Viminale…"

Il fondatore e garante del Movimento 5 Stelle, intervistato da "Sette" racconta perché è tornato a fare il comico e l'attore a tempo pieno

Beppe Grillo minaccia Salvini: "Lo manderei a calci a lavorare al Viminale…"

Beppe Grillo, da tempo, ha fatto un passo di lato. Anzi, ne ha fatti più di uno all'indietro, allontanandosi dalla sua creatura, il Movimento 5 Stelle.

Lui che fu fondatore del partito-non partito, di cui oggi è "garante", è tornato a fare l'attore comico a tempo pieno. E il perché di questa scelta la spiega lui stesso a "Sette", il settimanale del Corriere della Sera, in edicola tutti i venerdì, che gli ha dedicato la copertina di questo numero

"Il mio ruolo è come quello dei primi stati dell'Apollo: fornisci la spinta, l'energia, poi ti stacchi un po'. C'erano solo due possibilità: continuare a essere il capo del Movimento oppure assumere la posizione del garante", racconta. E allora ha scelto di occupare la seconda poltrona.

Dunque, nel corso della chiacchierata con "7", il padre dei pentastellati giudica così le idee e l'operato di Matteo Salvini: "Ritengo le sue idee di allo stesso livello dei dialoghi di uno spaghetti western. Lo manderei a calci a fare il suo lavoro al Viminale… però siamo al Governo, dobbiamo essere più consapevoli...".

E a seguire, Grillo spende parole al miele per il suo Luigi Di Maio, anche se le Europee del 26 maggio dovessero essere negative per il M5s: "Se andranno male devo sfiduciarlo? Quello che conta è non perderci, non la possibilità di perdere". Mentre su un esponente di punta delle opposizioni, il dem-europeo Carlo Calenda dice: "Uomo autoreferentialis, una specie di gigolò confindustriale".

Ma suo attacco al Partito Democratico non si esaurisce qui e, anzi, il comico genovese critica la posizione del Pd in materia di immigrazione, difendendo l'operato dell'esecutivo Conte: "Il Pd in cambio di una bella concessione per dare la mancetta elettorale da 80 euro a chi già lavorava, si è impegnato a trasformare l’Italia in un campo profughi. Poi è intervenuto Minniti, perché gli stava sfuggendo di mano il Mediterraneo, nell’indifferenza più assoluta. Adesso noi passiamo per razzisti… e no, questa è una tragica giostra, ma bisogna starci sopra fino in fondo".

Infine, Beppe Grillo tiene il punto sulle battaglie fondamentali dei "suoi" pentastellati: lotta alla corruzione, il reddito di cittadinanza, le class action, la dignità dei lavoratori.

E sui vaccini, in ultimo, sentenzia così: "È ridicolo essere contro i vaccini in sé, ma decidere l’obbligo è una questione politica, non scientifica".

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