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Beppe Grillo: "Riconoscere il diritto di voto ai 14enni"

"Diritto di voto a 16 anni (ma anche a 14)". È quanto scrive su Twitter il garante del Movimento 5 Stelle commentando un articolo apparso sul suo blog dove si sostiene la necessità di estendere il diritto di voto anche ai minorenni

Beppe Grillo: "Riconoscere il diritto di voto ai 14enni"

"A 14 anni un ragazzo può guidare un ciclomotore e una minicar ma non può votare. Ragazze e ragazzi già ampiamente maturi e preparati vengono tenuti fuori sulle decisioni riguardo il loro futuro. È normale?". Così scrive Beppe Grillo su Twitter commentando l'ultimo post apparso sul suo blog e intitolato "Diritto di voto a 16 anni (ma anche a 14)". L'articolo, scritto a quattro mani da Franco Maranzana e Gabriele Gattozzi, compie una panoramica sull'evoluzione del diritto di voto in Italia a partire dall'Ottocento.

"Nel 1861 potevano votare in Italia i cittadini di sesso maschile di età superiore ai 25 anni di elevata condizione economica", finché "nel 1881 al censo fu ammessa anche la media borghesia e l’età per potere votare fu abbassata a 21 anni" fino a quando, nel 1912, il diritto di voto fu esteso a tutti i cittadini italiani (sempre e solo di sesso maschile) di 21 anni che avessero superato con profitto l’esame di licenza elementare, nonché a tutti i maschi che, indipendentemente dal grado dal grado di istruzione, avessero compito il 30° anno di età". Dopo la legge 1985/1928, con la quale si realizzò un vero suffragio universale maschile, nel 1946 il diritto di voto fu concesso anche alle donne. Da allora l'unico requisito richiesto ai cittadini per poter votare è stato quello anagrafico, con il limite dei 21 anni abbassato a 18 con la legge 39/1975, anche se per votare al Senato bisogna averne 25.

Ed è proprio questo uno dei punti contestati da Beppe Grillo. "Che differenza c’è tra un deputato e un senatore e se servono sette anni di maturità in più per votarli?". La soluzione è una sola: "Concedere il diritto di voto ai 16enni, ma se fosse per noi faremmo votare anche i 14enni e vi spieghiamo perché. Primo, a 14 anni un ragazzo può guidare un ciclomotore e negli ultimi anni addirittura una minicar; può guidare, ma non votare? Secondo, i giovani di oggi sono molto più maturi, interessati alla politica, preparati e seri di quanto lo eravamo noi". A questo proposito, viene fatto l'esempio della svedese Greta Thurnberg". Terzo, sarebbe un modo per porre rimedio al crescente e dilagante astensionismo che caratterizza tutte le nostre ultime consultazioni elettorali", scrivono Maranzana e Gattozzi, chiudendo la loro analisi con il quarto e "forse più importante punto: non è affatto giusto che ragazze e ragazzi già ampiamente maturi e preparati vengano tenuti fuori sulle decisioni riguardo il loro futuro, non certo il nostro futuro in quanto abbiamo noi già ampiamente fallito e siamo di fatto già segnati e fuori dai giochi".

Il dibattito è aperto.

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