Il partito? Impari a camminare da solo. Sembra questo l'atteggiamento di Berlusconi, molto più concentrato a rimettersi in sesto dopo l'intervento a cuore aperto che a ragionare di linea politica. «La salute e il riposo prima di tutto». È questo il consiglio di medici e famiglia e questa volta il Cavaliere pare proprio intenzionato a seguirlo. Il recupero sta andando bene e, a parte il dolore alla ferita, la riabilitazione prosegue a gonfie vele con le prime passeggiate nel reparto dell'ospedale milanese. Così, il rientro a casa potrebbe essere anticipato rispetto al previsto ruolino di marcia. L'ex premier potrebbe quindi lasciare il San Raffaele già domani per continuare la riabilitazione ad Arcore, ovviamente sotto la supervisione di un'equipe medica. Un'anticipazione dei tempi visto che inizialmente s'era parlato di metà luglio. E non è detto che per agosto possa pure fare una puntatina a Villa La Certosa, in Sardegna.
Certo, il Cavaliere segue sempre la politica ma il dibattito quotidiano non lo appassiona. In fondo la linea l'ha già dettata: niente soccorso azzurro a Renzi. Una tesi, quella della rievocazione del Nazareno, che è sempre circolata a mezza bocca nel palazzo ma che, non solo non trova conferme, ma troverebbe quasi tutti gli azzurri contrari. Lo conferma Gasparri: «Fatte le opportune consultazioni, mi pare che la linea del no a Renzi, no alla sinistra, no a una riforma della Costituzione fatta male per una nuova Italia e una nuova Europa raccolga l'unanimità dei consensi all'interno di Forza Italia. Non ci sono dubbi né equivoci». Lo ribadisce Anna Maria Bernini, vice presidente azzurra in Senato: «Chi mette in dubbio il ruolo centrale di opposizione e di alternativa al governo Renzi di Forza Italia dimostra di non seguire con adeguata attenzione quello che accade quotidianamente in Parlamento. L'opposizione liberale, così come è sempre stata interpretata da Silvio Berlusconi e da Forza Italia, non è una gara a chi la spara più grossa o a chi grida più forte».
Certo, ci sarebbe da intensificare e programmare la battaglia referendaria per il «no» al ddl Boschi ma a questo stanno lavorando già i capigruppo di Camera e Senato, Brunetta e Romani. Un momento, questo, che serve pure a rinsaldare i rapporti con gli alleati di Lega e Fratelli d'Italia, oggi tendenti al gelo. È vero che le ragioni dell'alleanza superano i tanti distinguo che dividono Forza e Italia e Lega. Ma è altrettanto vero che l'ex premier non ha alcuna intenzione di rincorrere il Carroccio. Ed è come se l'ex premier fosse nostalgico della Lega di Bossi; con Salvini proprio non si prende. In ogni caso, registrati i bulloni dell'organigramma interno con l'inserimento del senatore Alfredo Messina come tesoriere e Valentino Valentini come capo segreteria, pare che Berlusconi voglia far navigare il partito da solo. Ecco perché, adesso, non è più tabù parlare di congresso, di primarie e di segretario. Cose che non hanno mai appassionato il Cavaliere e che continueranno a non appassionarlo. Però se il partito ha bisogno di trovare un timoniere, che si scontrino pure in una sana competizione le varie anime azzurre e poi... Che vinca il migliore.
Tanto, è il ragionamento del Cavaliere, le strade sono due: o si crea qualcosa di nuovo, un nuovo movimento con nuove facce e nuovo programma (si pensa anche al nome Squadra Italia); o, a prescindere dall'esito del fantomatico congresso, il leader rimane Berlusconi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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