Berlusconi avverte: "Dove c'è la sinistra tutto costa di più"

Appello agli elettori: "Occhio alle vostre tasche, Renzi alza le tasse. Solo 300mila moderati lo votano". E sul golpe del 2011: "Colpa di Bundesbank e della Merkel"

Berlusconi avverte: "Dove c'è la sinistra tutto costa di più"

Berlusconi tira in ballo il portafoglio per il suo appello al voto: «Andate a votare guardando alle vostre tasche - dice in serata - Tutte le Regioni governate dalla sinistra hanno applicato le addizionali nella misura massima consentita. Persino le accise della benzina: in Liguria, per esempio, la benzina costa più che in Veneto e in Lombardia». Rush finale di campagna elettorale con un derby Berlusconi-Renzi sfiorato nel salotto di Virus di Nicola Porro. I due si incrociano; prima uno, Berlusconi; poi l'altro, Renzi. Un duello anche se i due non danno vita a un vero faccia a faccia con tanto di botta e risposta. La vulgata vuole che sia stato il Cavaliere a rifiutare il match. Niente affatto: la sfida ci sarà, Berlusconi non scappa ma, come spiega in un intervento a Radio Anch'io «Non ho fatto saltare nessun confronto. Ma i confronti si devono fare con un minimo di preparazione e regole, che garantiscano alle parti la possibilità di un confronto alla pari». Ma il faccia a faccia è solo posticipato «Ci sarà il modo di incontrare il signor Renzi se sarà disponibile. Io non ho nessun timore nel farlo, anzi mi piacerebbe si potesse fare».

Un botta e risposta nel quale l'ex premier ne avrebbe da dire a Renzi. Molte stilettate partono già dal mattino. Sulla legge Severino, per esempio, che rischia di essere una tagliola per il candidato del Pd in Campania, Vincenzo De Luca: «Il premier - dice Berlusconi - potrebbe intervenire e fare quello che non ha voluto fare per me; impedendo un'applicazione retroattiva della Severino». Quindi l'accusa di aver stracciato il patto del Nazareno: «Era un metodo positivo ma poi, sull'elezione del capo dello Stato, Renzi ha voluto fare da sé». Nazareno addio, quindi. Poi Berlusconi precisa: «Il nome di Mattarella non era in causa, di lui ho un'ottima opinione e mi manda inviti a cerimonie. Quella del 2 giugno, per esempio, a cui parteciperò».

Berlusconi lamenta il modo in cui la sinistra l'ha ostracizzato e ricorda il «complotto dello spread » che lo portò alle dimissioni nel 2010. Attacca i poteri forti internazionali: «Fu il presidente della Bundesbank, su indicazione della Merkel, a far gonfiare in maniera paurosa lo spread dei titoli di Stato italiano per colpirmi politicamente». Più precisamente: «La Merkel, sostenuta da Sarkozy e dalla Finlandia voleva imporre al vertice della Bce il presidente della Bundesbank. Ma io, che ero premier feci squadra con altri Stati Ue e imposi Mario Draghi». La persona più utile contro la crisi; non certo il governo Renzi che «non può ridurre le tasse perché ha una cultura di sinistra».

Intervistato da Nicola Porro, poi, spazio al Berlusconi privato quando viene mostrata una sua foto, di notte, davanti alla tv: «Vado a dormire alle tre, tre e mezza. Studio, lavoro, agisco sul pulsante della tv». Sulla polemica sugli «impresentabili», allarga le braccia: «Sono un garantista e non ho detto una parola su questa condizione di De Luca. Solo alla fine del processo si può commentare». I moderati che votano Renzi? «Sempre meno. I miei sondaggi dicono solo 300mila».

Ma c'è anche un'accusa a Napolitano, rievocando il caso Gheddafi: «Non sono riuscito a evitare una guerra in Libia. Già allora c'era una carenza di leadership in Europa. Avevo addomesticato Gheddafi, glielo dissi: “Sei una bestia”; era strano ma non cattivo». E poi: «Fu il capo dello Stato a decidere l'intervento in Libia. Quella notte ho pensato di dimettermi ma mi hanno implorato di non farlo e probabilmente ho sbagliato».

Stoccata,

poi, alla magistratura politicizzata e a De Benedetti: «Per difendermi nei processi ho speso 565 milioni di euro; e se si sommano i più di 500 milioni dovuti a De Benedetti... Chiaro che la magistratura voleva farmi fuori».

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