Berlusconi condanna l'aggressione russa "Basta, è inaccettabile"

Il Cav blinda Draghi per tutta la legislatura. Tajani: "Guai alla fiducia su Csm e catasto"

Berlusconi condanna l'aggressione russa "Basta, è inaccettabile"

«Nella cabina elettorale Dio ti vede». È uno dei manifesti più famosi della campagna del 1948, quando il Fronte popolare delle sinistre di Pci e Psi uscì sconfitto dalla Democrazia cristiana di Alcide De Gasperi. Lo slogan colpì Silvio Berlusconi che allora aveva dodici anni e con un gruppo di amici si dedicava all'attacchinaggio. «Subii per questo anche la prima aggressione da parte di militanti comunisti. Non sarebbe stata l'ultima» ricorda con un certo orgoglio, collegato via telefono alla platea del congresso costituente di «Verde è popolare» di Gianfranco Rotondi, versione green della Dc.

L'aneddoto del debutto in politica sulla scia di De Gasperi, raccontato più volte, si concluse con le botte di sua mamma Rosa quando lo vide tornare a casa tumefatto, ma oggi serve a rasserenare chi teme, o pensa di intravedere, una Forza Italia che guarda a sinistra, dopo l'esperienza multicolore del governo Draghi, o peggio a Putin. Ma Berlusconi ha sposato la politica estera del governo, con un'ulteriore dura presa di posizione sulla guerra tra Russia e Ucraina. Parla di «aggressione militare davvero inaccettabile». Argomenta: «La crisi ucraina è una crisi di fronte alla quale abbiamo un duplice dovere: lavorare per la pace e fare la nostra parte con l'Alleanza atlantica, con l'Occidente, con l'Europa per porre fine a un'aggressione militare davvero inaccettabile».

Se qualcuno lo accusa di non citare direttamente Vladimir Putin, al quale è stato legato da una lunga e affettuosa amicizia, Antonio Tajani da un lato ricorda che il leader azzurro ed europarlamentare ha votato a Strasburgo una risoluzione durissima di condanna contro di lui, dall'altro ne difende l'indefesso lavoro diplomatico per far cessare la guerra. Berlusconi teme anche l'effetto domino di quelli che definisce «i disastrosi effetti della crisi ucraina sul mercato dell'energia e sul mercato delle materie prime».

L'esecutivo, sostiene l'ex premier, «deve durare fino alla fine della legislatura». Il presidente del partito Tajani si incarica però di spiegare come il sostegno sia tutt'altro che a occhi chiusi. Se M5S ha alzato la voce rischiando quasi la crisi sull'aumento delle spese in armi, Forza Italia punta i piedi su due questioni, la riforma della giustizia e il catasto. «Su Csm e catasto attenzione a mettere la fiducia, non possiamo votarle» dice Tajani a Draghi.

Sul Csm c'è poco da aggiungere, oltre al no di Marta Cartabia al sorteggio temperato, ovvero l'estrazione a sorte dei membri togati del Csm, che la ministra ed ex presidente della Consulta ritiene incostituzionale. Sul catasto, oltre al paventato rischio di aumentare delle tasse, preme la Confedilizia, tradizionale riferimento elettorale per gli azzurri, preoccupata dalla revisione.

Berlusconi aggiunge che l'impegno dei cattolici in politica, da Sturzo e De Gasperi ad oggi, «coincide con la storia della libertà e della democrazia nel nostro Paese». Sui social campeggia anche una citazione di Papa Francesco sul «significato culturale, civile, morale» dell'ambiente che non può avere «connotazioni ideologiche».

Pochi dubbi sulla collocazione politica: «un centro che non può essere neutrale fra destra e sinistra», ma al contrario deve essere «alternativo alla sinistra e distinto dalla destra come lo sono i partiti del Partito popolare europeo».

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