Una riforma radicale della giustizia il suo partito la chiede da tempo. Ma oggi, in un tempo in cui tutti, a iniziare dal premier Conte, hanno la smania delle riforme, Silvio Berlusconi si mostra scettico. E osservando il quadro desolante che è emerso dalle intercettazioni dei togati sulle manovre dentro e fuori dal Consiglio superiore della magistratura, il leader azzurro non può che preconizzare un futuro altrettanto fosco. «Con questa maggioranza ogni tentativo di riforma della giustizia deve avere il consenso delle correnti di sinistra dell'Anm, che sono il vero socio occulto del governo», ha spiegato il leader azzurro nel corso di un'intervista durante la trasmissione Mattino 5. Anche sulle intercettazioni che riguardavano Matteo Salvini e il suo operato da ministro degli Interni, il presidente di Forza Italia non ha dubbi: «Credo che sia parere di quasi tutti coloro che sono intervenuti che c'è stato un vero e proprio sconfinamento della giustizia nel campo della politica. Salvini al tempo era ministro e obbediva a un imperativo categorico dovuto alla sua funzione di ministro dell'Interno».
Nel corso dell'intervista Berlusconi è tornato a parlare a tutto campo dell'azione del suo partito e degli interventi strutturali dei quali il Paese ha bisogno per uscire dalla crisi dovuta alla pandemia. E ovviamente ha bocciato la kermesse di Villa Pamphilj. «Noi non volevamo perdere tempo con una passerella destinata ai giornali e alle tv - ha ribadito il il leader azzurro -, gli italiani non hanno tempo da perdere perché sono alle prese con una crisi sempre più grave e hanno bisogno di interventi immediati. Noi avevamo messo a disposizione le nostre idee e competenze, le esperienze passate, le relazioni internazionali per aiutare non il governo ma l'Italia ma ci aspettavamo di condividere scelte, non passerelle».
Sullo stesso tasto hanno battuto ieri anche il vicepresidente del partito, Antonio Tajani e la capogruppo alla Camera Mariastella Gelmini. Tajani vede nell'opposizione interna dei Cinquestelle nella stessa maggioranza il motivo dell'ostracismo nei confronti di un dialogo più costruttivo con le opposizioni. «Noi abbiamo già presentato una serie di proposte - ha ricordato Tajani -, che sono state tutte respinte. Non potevamo fare una passerella, essere auditi dal premier come se fossimo una ong o una qualsiasi associazione. Le forze politiche presenti in Parlamento vengono incontrate nelle sedi istituzionali, se al premier non piace Palazzo Chigi ci incontri alla Camera o al Senato». «Conte la smetta di recitare - ha tagliato corto la Gelmini con una nota su Twitter -. Lo aspettiamo da tre mesi ma il premier fugge dal confronto. Noi vogliamo dare risposte agli italiani. Ed è per questo che siamo in Parlamento ad attenderlo».
E tra i primi impegni parlamentari c'è l'approvazione del Mes su cui è tornato anche Berlusconi nel corso del suo intervento televisivo. «È una cosa assurda e folle che ci siano ancora dubbi sul Mes - ha aggiunto -. Ritengo che dobbiamo approfittarne perché il mercato ha una grande urgenza di ottenere liquidità. Quelli del Mes sono i primi fondi immediatamente disponibili, praticamente a costo zero. Il Mes è una linea di credito che sembra studiata apposta per l'Italia. Ogni anno ci consentirebbe di risparmiare solo di interessi, nove volte quello che si risparmierà con il taglio dei parlamentari, al quale comunque noi siamo favorevoli».
A chiusura dell'intervista il leader azzurro ha voluto dire la sua su uno dei temi del momento: l'ostracismo nei confronti di vecchi classici del cinema come Via col vento, assurti a simbolo di un disagio razziale. È una polemica infondata, ha ribadito, «Via col vento è un capolavoro assoluto della cinematografia mondiale e tornerò presto a vederlo».
Nel corso del pomeriggio, Berlusconi ha poi partecipato, sempre in videoconferenza, a un incontro con gli amministratori locali e rappresentanti delle parti sociali del Molise, dove si è discusso degli
interventi necessari per arginare la crisi dovuta al blocco di tutte le attività durante il lockdown. Il Molise, guidato da Donato Toma, è una delle regioni con governatori espressi direttamente da esponenti di Forza Italia.
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