Prove tecniche di pacificazione tra Berlusconi e Salvini anche se i due continuano a non parlarsi a quattr'occhi. Lo fanno a distanza, però, nel tentativo di abbassare i toni dello scontro. In fondo entrambi temono che lo strappo di Roma si propaghi altrove e che si ripercuota irrimediabilmente sull'alleanza a livello nazionale. Berlusconi riafferma il suo antirenzismo e suona la carica contro il premier che dev'essere battuto sia alle Amministrative sia al referendum sulle riforme costituzionali. Salvini, dal canto suo, tende la mano al Cavaliere («Non voglio rottamare Berlusconi», ndr) ma allo stesso tempo avverte: «Gli presenterò dieci punti programmatici da firmare. Se ci sta bene, altrimenti... O ci mettiamo d'accordo su tutti i punti o è un problema». Una sorta di decalogo che va dalla rivoluzione fiscale all'abolizione della legge Fornero, passando per un nuovo rapporto con la Ue.
Intanto sono al lavoro i pontieri affinché il centrodestra non esploda. In piazza San Carlo a Milano, Salvini sfila accanto a Parisi che apre la sua campagna elettorale e assicura che lì, all'ombra del Duomo, l'alleanza non si tocca. E sotto il palco arriva pure il governatore ligure Giovanni Toti che cerca di far da pacere. «Una sintesi a livello nazionale si trova, l'abbiamo sempre trovata, tanto che siamo insieme in molti Comuni - giura - A Roma la vicenda è partita male e si è conclusa peggio, visto che ci siamo divisi. Ora bisogna circoscrivere l'impegno di Roma, usare fair play e ritrovarci con uno dei due candidati al ballottaggio, per convergere su una punta sola». Toti e Salvini si sorridono, parlottano e si stringono la mano. Anche Mariastella Gelmini, che apre la sua campagna al palazzo delle Stelline minimizza: «A Roma c'è stato un incidente di percorso. Mi auguro che si costituisca l'unità del centrodestra al secondo turno».
La pace vera e propria, però, è ben lontana dall'essere scoppiata. In altre importanti città si rischia di andare divisi. A Napoli, per esempio, dove l'azzurro Gianni Lettieri ha appena aperto la sua campagna elettorale a Bagnoli. Qui è il partito della Meloni a sfregiare la coalizione presentando la candidatura alternativa di Marcello Taglialatela anche se non tutti i Fratelli d'Italia sono d'accordo: due consiglieri meloniani, Marco Nonno e Vincenzo Moretto, sosterranno infatti Lettieri. «Traditori», ha schiumato di rabbia la Meloni. Probabile, invece, il dietrofront di «Noi con Salvini» che inizialmente voleva appoggiare l'azzurro.
Insomma, da una parte si cerca di non far franare tutto; dall'altra c'è la tentazione di andare alla conta. Si potrebbe pensare che il duello convenga al Carroccio, soprattutto al Nord. Tuttavia un freschissimo sondaggio Tecné fotografa tutta un'altra realtà nei rapporti di forza tra Forza Italia e Lega.
A Milano, gli azzurri sarebbero al 19,7% (presumibilmente considerando anche la lista per Parisi)
mentre i leghisti al 10,7%. Conviene a Salvini, quindi, la prova muscolare? In ogni caso Parisi, proprio grazie all'appoggio compatto di tutta la coalizione, avrebbe così sorpassato di un paio di punti il rivale Giuseppe Sala.
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