Matteo Salvini sostituirà il nuovo asse con il M5S alla vecchia alleanza di centrodestra? Conviene ancora tenere unita la coalizione da soci di minoranza? E si può fare difendendo Sergio Mattarella dall'impeachment (chiesto anche da Giorgia Meloni), ma negando la fiducia al suo governo ?
Domande che si affollano nella testa del leader di Forza Italia, ma alla fine Silvio Berlusconi detta la linea così: «Alle prossime elezioni non immagino altra soluzione che quella di una coalizione di centrodestra unita con Fi, Lega e FdI, destinata sicuramente a prevalere anche per la possibilità di una mia candidatura». Recuperata l'agibilità politica, il Cavaliere si dice pronto alla prova delle urne, tornando in campo in prima persona. A Salvini, che già minaccia la fine della coalizione in caso di fiducia al tecnico Cottarelli, assicura: «La nostra posizione non può che essere negativa». E la capogruppo al Senato Anna Maria Bernini scrive su Fb: «No a governi non eletti dal popolo».
In questo momento, dicono i rumors, prevale il consiglio di Gianni Letta, che insiste per non mettersi contro il Colle e unirsi a leghisti e grillini che gridano al colpo di Stato. Niccolò Ghedini, invece, voleva un appoggio alle posizioni del Carroccio, anche contro Mattarella, per rinsaldare l'alleanza e cercare di allontanare lo spettro di un patto elettorale tra Salvini e Luigi Di Maio.
Per Berlusconi, in realtà, lo scenario più plausibile è già quest'ultimo, con gli accordi in parlamento sulle commissioni tra Lega e M5S, propedeutici a quelli per il voto. Ma un asse con i grillini è pur sempre difficile per Salvini, anche perchè si prospetta una faida interna tra Di Maio e Di Battista e gli potrebbe convenire correre nel centrodestra, tenendosi aperte due strade: se il centrodestra stravince, andare a governare con gli alleati, se non è così, buttarsi sui 5Stelle. In questo quadro, i voti di Fi gli servirebbero e il leader azzurro conta di ottenere posizioni di garanzia per non far saltare l'accordo, di contenere per quanto possibile un accordo al ribasso sui collegi. Il terzo scenario sarebbe quello di una Lega che corre da sola, o con FdI, dopo aver cambiato con il M5S la legge elettorale per introdurre un premio di maggioranza. «La verità - dicono nell'entourage del Cav- è che tira una brutta aria. Tutto è nelle mani di Salvini: spetta a lui dire che cosa vuol fare».
Le incognite sul centrodestra rimangono molte, perché al leader del Carroccio non è andata giù la difesa di Mattarella da parte del Cav, i due non si sono più sentiti e le parole di Salvini tradiscono la gran voglia di mantenere in piedi l'intesa con Di Maio. «Il programma di governo - dice- resta valido».
Berlusconi ingoia e pensa che comunque non ci sia convenienza a rompere. Rimarrebbe isolato, marginalizzato nella campagna elettorale, mentre l'«effetto Silvio» potrebbe stavolta fare la differenza. Il partito unico, poi, sarebbe «una follia», nessuno più lo sostiene. La diffidenza verso Salvini è alta, ma il Cav ha deciso di cercare un accordo di coalizione anche con rapporti di forza cambiati a suo svantaggio. Sull'attacco al Quirinale, però, non segue l'alleato né i grillini.
La convinzione, tra gli azzurri, è che Salvini giochi su due tavoli e che un passo falso potrebbe offrirgli l'occasione di smarcarsi. Meglio non offrirgli scuse.
Fargli capire che, dice il portavoce dei gruppi parlamentari azzurri, Giorgio Mulè, «se va alle elezioni senza il centrodestra la Lega non governerà. Andando da soli saremmo tutte forze minoritarie. L'accordo con i 5S sarebbe uno snaturamento, Salvini sa che la sua gente non lo seguirebbe. La sua casa è il centrodestra».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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