Matteo Salvini dice che «vanno bene i toni moderati, non i contenuti molli» e strizza l'occhio ai grillini? Silvio Berlusconi replica su Twitter: «La vera sfida è fra noi e i Cinque Stelle, come in Sicilia. Vinceremo ancora noi, vinceranno l'esperienza, la concretezza, la positività». Ma è un gioco delle parti, ognuno per il suo elettorato, la sostanza è che il centrodestra unito si prepara a sfruttare l'onda del voto siciliano per vincere a primavera. Lo fa sostenuto da sondaggi come quello della Ghisleri che lo danno al 38%, vicino alla maggioranza assoluta, 10 punti sopra il M5S e il centrosinistra.
Oggi il leader di Forza Italia sarà a Roma per incontrare a Palazzo Grazioli i 20 coordinatori regionali. Con loro vuole riorganizzare il partito sul territorio e pianificare la campagna elettorale per le politiche. Sarà la prima volta per la nuova coordinatrice del Molise, Anna Elsa Tartaglione, che Berlusconi vedrà separatamente con il suo staff.
L'obiettivo del Cavaliere è portare Fi al 30% dei consensi, e conta di farlo lavorando Comune per Comune, associazione per associazione, categoria per categoria, in modo da recuperare almeno un 10% di quella metà dell'elettorato che non va alle urne.
Salvini chiede «discontinuità di programmi» e se Berlusconi vuole cambiare la Fornero, «il primo punto del programma ma da lui finora non ho mai sentito una parola», gli rispondono il capogruppo alla Camera di Fi Renato Brunetta e Renata Polverini, responsabile Dipartimento Lavoro: «Per le pensioni occorre un provvedimento che riveda strutturalmente la legge Fornero-Monti, perchè i numerosi e continui aggiustamenti voluti dal parlamento - e spesso sabotati dall'Inps - non risolvono il problema di restituire al sistema il rispetto dei diritti acquisiti, e ai giovani lo spazio e la speranza di entrare nel mondo del lavoro». Parlano di «danni e sofferenze» provocati dal governo di «salvezza nazionale», insediatosi nel 2011 dopo Berlusconi, di «clamorose ingiustizie generate dalla riforma della previdenza per gli errori tecnici e politici».
Venerdì il Cavaliere dovrebbe tornare a Milano ma sarà il presidente azzurro dell'europarlamento Antonio Tajani a chiudere nella Capitale gli stati maggiori degli enti locali di Fi. All'Auditorium Antonianum interverranno anche i capigruppi di Senato e Camera Romani e Brunetta, europarlamentari, vertici dell'Anci, il governatore della Liguria Giovanni Toti. L'hanno chiamata «Rivoluzione comune» e vuole partire dai 6mila amministratori locali, soprattutto dai sindaci, per cambiare l'Italia. È stata organizzata da Marcello Fiori, coordinatore di Fi per gli Enti Locali e da uno dei volti emergenti del partito, l'ex sindaco di Pietrasanta e vice coordinatore vicario in Toscana Massimo Mallegni. «Bisogna ridare voce al territorio - dice - a città, frazioni, periferie e borghi, portare l'esperienza, la competenza e la passione di sindaci, assessori e consiglieri comunali all'attenzione del prossimo governo nazionale con proposte concrete, soluzioni figlie del buon senso».
Dopo Nello Musumeci in Siciia, c'è anche da scegliere altri candidati governatori, dopo. Se nel Friuli sarà il leghista Massimiliano Fedriga, nel Lazio Fi respinge l'idea del sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, sostenuto da parte della destra ma che non piace neppure a Giorgia Meloni.
Si cerca un profilo non di politico puro, ma di manager di successo. Come il presidente della Federazione italiana ed europea di nuoto ed ex deputato Paolo Barelli o Luisa Todini, già presidente di Poste italiane, nel cda Rai ed europarlamentare.
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