Coronavirus

Berlusconi evita la polemica. "Testo da migliorare in Aula"

Il Cav apprezza lo sforzo fatto: centrodestra pronto a collaborare. Salvini: pochi 600 euro agli autonomi

Berlusconi evita la polemica. "Testo da migliorare in Aula"

Lo dice chiaro, Silvio Berlusconi: «Non è il momento della polemica sterile contro il governo, ma della collaborazione responsabile per combattere il coronavirus. Facciamo valere le nostre proposte, senza sconti». Il leader di Forza Italia, dalla villa in Provenza della figlia Marina, indica ai suoi la linea. Devono essere costruttive le critiche alla maggioranza giallorossa, per il bene del Paese.

Sull'ultimo decreto economico, il Cavaliere apprezza «gli sforzi» ma sottolinea l'insufficienza degli interventi. «I 600 euro una tantum per gli autonomi e il rinvio dei versamenti fiscali per le attività chiuse sono una risposta parziale». Insiste sulla difesa di posti di lavoro e imprese, ringrazia gli «eroi civili» e s'impegna: «Miglioreremo il decreto in parlamento».

Tutto il centrodestra si dibatte tra i tormenti di far fronte comune nell'emergenza e di mantenere viva l'opposizione. E se Fi è la più dialogante, la Lega di Matteo Salvini rimane la più aggressiva verso il premier Giuseppe Conte e la sua squadra. Lo dimostra la reazione stizzita del Capitano alle critiche per la foto della incauta passeggiata romana di domenica con la fidanzata. Sul decreto Salvini dice che con i 600 euro «non si risolve nulla», che il 2020 dev'essere un «anno bianco fiscale, chi non incassa, non produce, non fattura non paga» e avverte il ministro della Giustizia Bonafede: «Niente sconti di pena per i detenuti, dopo le rivolte».

La leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, concentra gli attacchi sul piano internazionale, dall'Ue «inutile» alla Bce di una Lagarde «inadeguata», dalla Francia che sottovaluta il rischio, vedi l'«idiozia» del godereccio video della ex first lady Carla Bruni alla Cina che «ci ha portato il virus e non può essere oggi punto di riferimento». Sul decreto economico la Meloni nota: «Sospende gli obblighi dei percettori di reddito di cittadinanza come le attività utili, mentre potevano servire per sanificare le città».

È dura abbandonare i toni arrabbiati contro un governo ritenuto incapace e dannoso, ma il clima emergenziale che fa riscoprire l'orgoglio nazionale, lo impone. E il rinvio delle elezioni regionali ad ottobre, anche se non concertato con le opposizioni, contribuisce a superare il clima da campagna elettorale. Sui social gli elettori moderati approvano l'atteggiamento collaborativo degli azzurri, che ha il volto del vicepresidente Antonio Tajani. È stato lui, in questi giorni, a sedere al tavolo con Salvini e Meloni per le proposte comuni, a partecipare all'incontro con Conte e a commentare i decreti dell'esecutivo. E all'insegna della collaborazione, anche se critica, intervengono sul decreto le capigruppo alle Camere Bernini e Gelmini, il portavoce Mulé, l'economista Brunetta, deputati come Giacomoni, Bergamini e Marin.

Malgrado le uscite di Salvini, hanno capito che il momento grave vuole toni diversi anche i leghisti e, dopo l'ultima polemica in Lombardia su fondi per gli ospedali e mascherine, il governatore Fontana ridimensiona le divergenze. La nomina a consigliere del presidente lombardo di Guido Bertolaso, apparsa come una provocazione, viene presentata come contributo utile a tutti. La litigiosità oggi non paga, rischia di essere un boomerang. Nella Lombardia zona rossa collaborano in prima lista il leghista Fontana, il dem Sala, l'assessore azzurro Gallera, investito da nuova notorietà. «La vera politica - spiega il coordinatore lombardo di Fi, Massimiliano Salini - cerca la soluzione prima del colpevole. La nostra regione ha fatto il suo dovere superando divisioni partitiche e se il governo ne esce con dignità è anche per questo. Da parlamentare europeo dico che la vera delusione è l'Ue più del governo.

Dobbiamo pretendere che la Bce rimetta liquidità in circolo e che la Commissione non assicuri solo flessibilità ma sospenda Patto di stabilità e regolamento sugli aiuti di Stato».

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