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Berlusconi: al governo ci sono quattro sinistre

L'azzurra Conzatti passa con Renzi. Il Cav: non andranno via altri, sarebbero transfughi

Berlusconi: al governo ci sono quattro sinistre

Silvio Berlusconi è a Strasburgo per la seduta plenaria dell'Europarlamento e la riunione del Ppe, ma lo inseguono i problemi di casa sua. Primo: scissione di Renzi e ripercussioni sul Conte bis e su Fi, visto che qualche azzurro può essere attratto da Italia viva, come Donatella Conzatti che ieri ha ufficializzato il salto.

Per il Cavaliere, è un caso isolato. «Non esiste» che altri passino con Renzi né con Salvini, per sperare di essere «rieletti in un altro partito, dove verrebbero accolti come transfughi o qualcuno dice, tra virgolette, traditori».

A Renzi augura «di avere successo e di raggiungere i risultati che si è proposto e che lo hanno spinto a questa decisione», poi aggiunge: «Questo governo non è più delle tre sinistre, ma delle quattro sinistre». Lui assicura che rivolge una preghiera lassù ogni sera perché cada. E smentisce le voci di contatti tra il premier Conte e Gianni Letta, per un eventuale appoggio di Forza Italia al governo, se venisse meno quello di Renzi. «Noi siamo alternativi alla sinistra. L'opposizione la faremo come l'abbiamo sempre fatta, sui contenuti e in Parlamento: giudicheremo i contenuti di ogni provvedimento. Se riterremo che c'è qualcosa di positivo per l'Italia voteremo a favore».

Ma Berlusconi manda anche un segnale nel partito, all'ala moderata e antisalviniana che la sera prima si è riunita ad una cena organizzata da Mara Carfagna. In pratica, ribadisce la linea espressa il 9 settembre ai gruppi parlamentari, che sembrava in discussione dopo l'incontro con Salvini: distanza dal sovranismo («una stupidaggine») e dalla Lega, pur lavorando per un centrodestra unito e preferenza per il proporzionale. L'ex premier non conferma l'adesione alla manifestazione antigovernativa del Carroccio del 19 ottobre, che ha suscitato malumori tra gli azzurri. «Mi fa ridere - spiega - sentir dire che siamo sottoposti alla Lega: noi siamo alleati con la schiena dritta. Abbiamo la consapevolezza che nel centrodestra dobbiamo svolgere un ruolo importante: noi ne siamo cervello, cuore e spina dorsale». Per il Cav la coalizione è unita e rappresenta «l'unica alternativa alla sinistra», le forze che la compongono sono «necessitate» a stare insieme in un'Italia bipolare, con un centrosinistra e un centrodestra. «Non partecipare a nessuno di questi due schieramenti significa essere totalmente irrilevanti». Con Salvini, racconta, «abbiamo messo sul tavolo le nostre differenze, loro sono sovranisti e noi non lo siamo, loro sono contro la Ue per certi versi, noi siamo convinti europeisti, loro pensano di cambiare la legge elettorale mentre noi riteniamo che questa legge funzioni e che il centrodestra abbia la possibilità di vincere le elezioni anche con i due terzi di proporzionale». E il 19 ottobre? Berlusconi risponde: «Siamo stati in piazza contro Prodi quando aveva esagerato con la pressione fiscale. Se il governo metterà le mani in tasca agli italiani può darsi che decideremo di andare in piazza».

In serata il Cav cena con il presidente del Ppe Joseph Daul e il suo vice Antonio Tajani.

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