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Berlusconi: "Al governo due partiti comunisti. Da Fi opposizione dura"

Il leader carica gli azzurri e rilancia la coalizione: "Ma deve avere al centro noi"

Berlusconi: "Al governo due partiti comunisti. Da Fi opposizione dura"

Boccia il Conte bis: «Oggi al governo ci sono due partiti comunisti, la sinistra da salotto, di potere del Pd e quella da strada, sgangherata dei 5Stelle. Prima mi battevo con uno, oggi sono due...». Spiega il no alla fiducia, ma si distingue da Lega e Fdi che urlano fuori Montecitorio: «Fi ha uno stile diverso. Noi facciamo opposizione sui provvedimenti. Nessuno ci dia lezioni su quando andare in piazza...». Ma rilancia il centrodestra e propone un tavolo d'opposizione comune: «La coalizione l'ho fondata io, è l'unica che può vincere, è la nostra casa, ma il centrodestra ha sempre avuto come fulcro i valori rappresentati da Fi, dev'essere di nuovo così. Siamo alleati di Salvini e Meloni, ma ben distanti da loro». Critica il leader della Lega, per i tanti errori di questi 14 mesi, compreso l'ultimo: «Salvini ha aperto la crisi senza informarci di nulla e ha sbagliato aspettando troppo. Se avesse ascoltato di più i miei consigli...».

Silvio Berlusconi parla ai gruppi parlamentari azzurri nella sala della Regina di Montecitorio, mentre è in corso in aula il dibattito sulla fiducia al Conte bis. È un Cavaliere all'attacco quello che motiva e ricompatta le truppe, che demolisce gli avversari dem e grillini, smentendo un «soccorso azzurro», che rimprovera l'alleato leghista per aver tradito il centrodestra e puntato sul sovranismo e, al tempo stesso, offre per vincere la prospettiva di una nuova coalizione, uguale e diversa dal passato, solo a patto che Fi si rinvigorisca e torni ad esserne il centro.

Contro il governo giallorosso, che definisce «di ultrasinistra», l'ex premier promette «opposizione dura, ferma, senza alcuna ambiguità». È sicuro che non ci sono tra i suoi quei «responsabili» pronti a dare una mano ai giallorossi, di cui si è parlato, perché «non può essere per noi un interlocutore Matteo Renzi, che si vanta di aver fatto nascere questo governo». In parlamento, quello che i grillini vogliono «svilire», Fi contrasterà il governo anche esigendo che la minoranza sia coinvolta nella riscrittura delle regole, se ci fosse il taglio dei parlamentari e una nuova legge elettorale, probabilmente proporzionale. Però, avverte il Cav, «potremmo manifestare il nostro dissenso anche in altri modi, se si mettessero le mani nelle tasche degli italiani, per esempio con una patrimoniale».

Le battute non mancano, da quella su Salvini che fa da solo, mentre con Bossi «si decideva insieme anche il menù delle cene di lavoro», a quella sulla manifestazione di Lega e Fdi: «Sono arrivato leggermente in ritardo? No, non mi sono fermato qui fuori per sentire la Meloni e Salvini...». Si capisce che nel partito ci sono state posizioni diverse sulla partecipazione alla protesta degli alleati anche dalla frase: «Alcuni di noi forse avrebbero preferito andare in piazza». Ma il Cav sgombra il campo da polemiche interne e ricostruzioni che lo presentano come influenzato dall'uno o dall'altro: «Le capigruppo e i miei collaboratori si sono fatti interpreti di una mia visione, hanno sempre agito dietro mia indicazione».

Berlusconi insiste dunque su un futuro di centrodestra, sia a livello nazionale che per le prossime regionali e si prepara ad un incontro con Salvini e Meloni forse già in settimana. Vuole ricompattare la coalizione ad un tavolo per un'opposizione comune ed è convinto che Fi può aggregare nuovi consensi dall'Altra Italia. Il danno Toti non lo preoccupa, ieri dal gruppo sono usciti in 4 deputati.

È vero, come dice Renato Brunetta, che dalla Lega finora non sono arrivati segnali positivi, ma avverte la capogruppo Mariastella Gelmini: «I nostri avversari sono le sinistre al governo non Salvini e Meloni».

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