«A bbiamo il programma migliore, un candidato pieno di charme come Marchini, un uomo concreto come Bertolaso che oggi è qui per promettere che sarà in campo con noi in questa campagna. Una coppia così è la garanzia migliore per riportare Roma, la città più bella del mondo, ad essere davvero caput mundi».
Silvio Berlusconi, con un colpo a sorpresa, convince Alfio Marchini e Guido Bertolaso a unirsi a lui per la presentazione dei candidati di Forza Italia. Un battesimo del fuoco e un segnale di unità per uno schieramento a tre punte che segnerà la campagna elettorale. L'idea di presentarsi insieme sotto i riflettori nasce poche ore prima, in un pranzo di lavoro a Palazzo Grazioli in cui prevale una naturale sintonia tra i tre protagonisti. L'alchimia è positiva. E così si decide di sconvolgere il programma.
La sala è piena oltre la sua capienza, ma calore e partecipazione risultano utili per cementare il rapporto con il candidato civico verso il quale il Cavaliere non nasconde la sua simpatia. Così quando parte il coro «Silvio, Silvio», Berlusconi lo tramuta con un invito in «Alfio, Alfio», poi scherzando ferma la platea: «Va bene, adesso non esageriamo». Poi rivela: «L'ho conosciuto come persona e vi posso assicurare che possiamo pensare di far nascere un rapporto di vera e profonda amicizia tra di noi».
La replica di Marchini è il suggello su un rapporto che si sta consolidando. «Solo un pazzo come Berlusconi poteva rischiare la rottura della sua creatura politica, senza chiedere una poltrona o una condizione» racconta l'imprenditore romano. «Non c'è stata nessuna trattativa. Nel 1993 Berlusconi con una intuizione geniale avviò uno schema che ha segnato la storia del nostro Paese. Oggi lui stesso lancia un nuovo esperimento innovativo e provocatorio. La politica è intessuta di storie di vera amicizia e lealtà, l'ho imparato nel rapporto tra Bertolaso e Berlusconi. E io sarei onorato di poter collaborare con un uomo appassionato come Guido. Ci attende un lavoro immane, dobbiamo spiegare a chi ha intenzione di votare Giachetti che votare lui significa votare la Raggi». E poi è lo stesso Bertolaso a prendere la parola: «Ho messo passione, impegno ed entusiasmo nella mia avventura, ma ho scelto di anteporre ai miei interessi personali il bene comune. A Roma serve una sterzata. Ho convinto Berlusconi ad andare su Marchini perché è un uomo libero. Abbiamo predisposto un piano d'azione, dobbiamo realizzarlo». Il riferimento è al confronto avuto dai tre poche ore prima in cui si è discusso dell'integrazione del programma di Marchini con quello di Bertolaso che in caso di vittoria avrà un ruolo importante nella nuova giunta.
Berlusconi poi cerca di far comprendere l'importanza di questa tornata di elezioni amministrative. «Le Comunali saranno un avviso di sfratto a un governo non democratico ma anche il primo passo di un percorso che include il referendum sul Senato. E, siccome al referendum vincerà il no, cambieremo la legge elettorale, cambieremo la riforma della Costituzione e attraverso un governo di unità nazionale daremo all'Italia un governo di libertà e democrazia».
Impegnarsi per il no al referendum è un dovere di tutti perché «Matteo Renzi con la nuova Costituzione e con la legge elettorale si fa un vestito su misura per sé con una sola Camera che fa le leggi importanti, un solo partito che ha la maggioranza e un solo leader padrone. Non so come chiamare questa deriva autoritaria se non con la parola regime».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.