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"Il nostro partito è l'Ue, siamo gli eredi dell'Europa cristiana"

Il Cav interviene al vertice del Ppe: "Siamo la prima famiglia politica continentale". E avverte: "Serve uno strumento militare europeo forte e unito"

Berlusconi: "Il nostro partito è l'Ue, siamo gli eredi dell'Europa cristiana"

Un'Unione europa coesa e in grado di parlare con una voce unica su tutti i principali fronti: è questo l'indirizzo tracciato al termine della tre giorni del vertice del Partito popolare europeo ospitato a Roma, in cui si è parlato di tematiche cardine come migrazione, lavoro, agricoltura e futuro. Questa mattina in videoconferenza si è collegato Silvio Berlusconi, che ci teneva a esserci anche per dare una forte risposta dopo il caos scatenato dalla richiesta di una perizia. L'intento del Cav è chiarissimo: tornare alla politica attiva. E quello di oggi è sicuramente un importante segnale.

"Il nostro partito è l'Ue"

"Noi siamo gli eredi dell'Europa cristiana, l'Europa delle grandi cattedrali e dei grandi luoghi di spiritualità", ha esordito il leader di Forza Italia. Che poi ha posto l'attenzione su quanto sia fondamentale la riflessione "sui valori cristiani e sul futuro dell'Europa che concluderà questi lavori". Il tutto ricordando che l'Europa - al di là di tutti i conflitti e le contraddizioni - è profondamente unita "da un sistema di valori condivisi".

Ecco perché ha rivendicato come il Ppe si identifichi con l'idea stessa di Ue: "Ci distinguiamo per serietà e credibilità. Le linee guide e i valori forti su cui si fonda il processo di integrazione dell'Europa sono le nostre idee e i nostri valori". Le tesi del numero uno forzista partono da un presupposto ben preciso che può essere così sintetizzato: oggi l'Europa è una vera e propria necessità. "Nelle grandi sfide planetarie solo se saremo uniti avremo la possibilità di esercitare un ruolo a difesa dei nostri interessi, dei nostri valori, della nostra stessa identità", è la sua raccomandazione.

"Uno strumento militare forte"

Berlusconi è convinto che l'Unione europea, "finché non avrà una unica politica estera supportata" da una difesa comune, "non sarà in grado di svolgere alcun ruolo autonomo". Dunque occorrerebbe, oggi più che mai, poter fare affidamento a quello che è "uno strumento militare europeo forte".

Si tratta di un aspetto per cui Berlusconi si è battuto (e sta continuando a farlo) da diversi anni e che adesso sta prendendo piede nel dibattito pubblico europeo.

"Ma ogni passo avanti sulla strada dell'integrazione europea, e a maggior ragione, ogni passo avanti su una politica estera e di difesa comune deve fondarsi sui valori condivisi fra i popoli europei", è la riflessione del Cav.

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