«Ha ricevuto una telefonata da Niccoló Ghedini. Era circondato da persone e quindi è rimasto in silenzio. Ma i suoi occhi però mostravano evidente emozione. Poi è andato da sua figlia Marina. Poi come sempre il presidente mantiene il suo self control. Questa mattina gli ho chiesto: come si è svegliato dottore oggi? E lui mi ha risposto: con il raffreddore come ieri mattina. Sorridendo».
Licia Ronzulli racconta all' Huffington Post il momento, a lungo atteso, della comunicazione dell'avvenuta riabilitazione e della riconquista dell'agibilità politica per Silvio Berlusconi. Una gioia assaporata con equilibrio, senza dichiarazioni pubbliche, mantenendo un rigoroso basso profilo, anche perché la notizia non allontana del tutto il dolore di una sentenza considerata ingiusta (il Cavaliere attende sempre un segnale dalla Corte di Strasburgo) e suscita inevitabilmente sentimenti e pensieri in salsa agrodolce, misti al rammarico per quello che sarebbe potuto accadere nelle elezioni del 4 marzo se gli fosse stato consentito di poter concorrere davvero alla guida del Paese.
Cosa accadrà però ora concretamente per Silvio Berlusconi e Forza Italia? «Berlusconi non ha bisogno di una poltrona di deputato o senatore per essere un leader. Mi dicono però che in queste ore ci sarebbe la fila di senatori e deputati pronti a dimettersi per permettere a Berlusconi di guidarci in Parlamento», rivela Licia Ronzulli. Le implicazioni della decisione del Tribunale di Milano sono evidenti. Innanzitutto se la trattativa Di Maio-Salvini dovesse incagliarsi Forza Italia potrebbe essere guidata dal proprio storico leader a nuove elezioni. E a questo punto il voto anticipato suscita molti meno timori. Ma la rentrée del Cavaliere potrebbe avvenire anche in presenza di un governo M5s-Lega visto che il Rosatellum prevede elezioni suppletive in caso di dimissioni di un parlamentare eletto nella quota uninominale.
In queste ore gli occhi sono puntati soprattutto sulla «finestra trentina». Grazie alle elezioni provinciali che si svolgeranno il 21 ottobre sia in Trentino sia in Alto Adige si potrebbero creare condizioni naturali e non traumatiche per il grande ritorno (anche perché le dimissioni «mirate» di un parlamentare dovrebbero comunque essere votate dall'aula a scrutinio segreto e un rigurgito di antiberlusconismo potrebbe indurre i parlamentari a esprimersi contro). «I probabili candidati alla presidenza della Provincia di Trento sono tutti parlamentari in carica» spiega Michaela Biancofiore. E dato che chi viene eletto al Consiglio provinciale non può contemporaneamente sedere in Parlamento sarebbero necessarie elezioni suppletive. Il candidato del centrodestra alla presidenza della provincia di Trento, ad esempio, è il leghista Maurizio Fugatti. Se dovesse imporsi, Berlusconi potrebbe candidarsi nel collegio uninominale della Valsugana e tornare alla Camera.
L'altra «finestra» è quella dell'elezione dei membri laici del Csm. A settembre si rinnoverà e le Camere potrebbero mandare a Palazzo dei Marescialli qualcuno eletto all'uninominale con il centrodestra che abbia i requisiti previsti per far parte dell'organo di autogoverno della magistratura.
Peraltro è possibile che il presidente di Forza Italia voglia optare per il Senato visto che è la camera in cui sedeva quando è scattata la decadenza. Insomma Berlusconi c'è e, per dirla con Franco Califano, è il momento del «Non escludo il ritorno».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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