Berlusconi rinnova Forza Italia e prepara la fusione con i club

Vertice con i responsabili dell'organizzazione guidata da Marcello Fiori Il Cav: «Il partito va svecchiato e rivitalizzato». Nuovi contatti con la Lega

P iù sinergia tra Forza Italia e Club Forza Silvio. Anzi, quasi una fusione. Il Cavaliere, rientrato a Roma all'ora di pranzo, ha incontrato i responsabili regionali dei Club nel parlamentino di palazzo Grazioli. La settimana scorsa era stata la volta dei coordinatori di partito, ieri ha invece voluto passare in rassegna le truppe dell'organizzazione in mano a Marcello Fiori. Da tempo Berlusconi aveva messo la testa sulle sue creature, consapevole che i due soggetti, club e partito, non sempre hanno marciato uniti come avrebbe voluto. E poi, visione prettamente aziendalistica: ha senso tenere in piedi due società «piccole» che hanno problemi di fatturato, dove il fatturato è il consenso nel Paese?

«È il partito che si deve fare club o i club partito?», il suo dilemma. La soluzione sta nel mezzo: fondere la conoscenza e l'esperienza degli uomini di Forza Italia con il rinnovamento e la freschezza di nuove leve da arruolare sul territorio. Nessuno smantellamento di Forza Italia a vantaggio dei club, quindi. Anche perché le casse di Fi sono in rosso e il tesseramento e i congressi locali possono essere una fonte di risorse da mettere nell'ingranaggio organizzativo. «Dopo 20 anni, Forza Italia va svecchiata e rivitalizzata con gente nuova e proveniente dalla società civile», ha detto ai presenti. Quindi ha ribadito che quest'inverno si faranno i congressi: «Faremo una campagna di adesioni e a quel punto gli azionisti della libertà parteciperanno alla stagione congressuale negli 8 mila Comuni italiani per eleggere il segretario comunale e provinciale».

Territorio e vicinanza ai bisogni delle persone: due temi sui quali l'ex premier s'è soffermato molto, prima del brindisi e delle immancabili barzellette: «Il partito, grazie a voi, dovrà occuparsi anche a livello locale al sociale e ai bisogni delle persone. Perché la gente è stufa di politici che parlano bene ma pensano soprattutto alle poltrone. E noi dobbiamo andare di più tra la gente». Una maggiore sinergia, se non un vero e proprio innesto, cui lavorerà principalmente Marcello Fiori che avrà anche il compito di coordinare tutte le attività sociali sul territorio. Insomma, il Cavaliere cerca di ritrovare lo spirito del '94.

E anche sul discorso delle alleanze la situazione attuale pare rievocare il periodo della discesa in campo di vent'anni fa. Allora c'era il Msi e la Lega che non si usmavano affatto, proprio come accade ora con il Carroccio di Salvini e il Nuovo centrodestra di Alfano. Allora si risolse il problema con la desistenza (un alleanza al sud con il Movimento sociale e al nord con Bossi), ora il Cavaliere vuole ricostruire una vera e propria alleanza. Sforzo notevole, visto che Salvini ha più volte ribadito a Berlusconi che al tavolo con Alfano lui non vuole e non può sedersi. Ma qualche spiraglio c'è e i colloqui sono in atto. Prova ne è la cena ad Arcore di domenica sera tra Salvini e Giorgetti da una parte e Berlusconi e Toti dall'altra. Ovvio che oggi le posizioni politiche, soprattutto sull'atteggiamento nei confronti di Renzi, sono distanti: il Carroccio fa opposizione durissima, Forza Italia è disposta al soccorso azzurro.

Ma tra Berlusconi e Salvini c'è reciproca e umana simpatia: «Sappi che ti considero un alleato anche se nella contingenza su alcuni punti siamo distanti - ha detto il Cavaliere al suo ospite -. E con i dirigenti che ti hanno preceduto sono sempre andato molto d'accordo». Insomma, i primi mattoni per ricostruire il centrodestra sono stati piazzati. Ma ci vorrà tempo. O meglio: occorre darne a Salvini.

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