Sul tavolo di Arcore ci sono questioni interne ed internazionali. Nella riunione di Silvio Berlusconi con i vertici di Forza Italia si fa il punto della situazione politica, sottolineando «la debolezza del governo italiano di fronte a scenari di crisi» in Medio Oriente e in Libia, si discute della necessità che l'Europa diventi un soggetto politico «con una politica estera e di difesa comune», si organizza il rilancio del partito all'insegna della «competenza», in vista delle elezioni regionali, già il 26 gennaio in Emilia Romagna e in Calabria.
Sulla «figuraccia internazionale» del premier Giuseppe Conte negli incontri con i due contendenti libici, quello sfumato con il presidente Fayez al Sarraj e quello con il generale Khalifa Haftar, il Cavaliere non è tenero e parla di «errori da principianti». Anche sulle difficoltà dell'Ue ricorda di aver «previsto» il rischio d'irrilevanza europea nei momenti di grave crisi internazionale e di aver inutilmente «messo in guardia» i vertici di Bruxelles.
Oggi il leader di Fi non andrà a Bologna, per fastidi cervicali che lo costringono ad indossare un collarino, ma parteciperà in collegamento alla manifestazione organizzata dalla capogruppo in Senato Anna Maria Bernini, per presentare i 50 candidati nella regione. Candidati «qualificati», sottolineerà nell'intervista con il direttore di Qn Michele Brambilla, a cominciare dal cane sciolto Vittorio Sgarbi ritornato all'ovile, ai quali il Cav manifesterà il suo orgoglio e la sua fiducia che facciano salire il partito al 5%. Non è molto, ma nell'Emilia Romagna tradizionalmente rossa rappresenterà l'apporto di Fi alla candidata governatrice della Lega, Lucia Borgonzoni, che in una sfida storica con il dem Stefano Bonaccini potrebbe regalare la Regione al centrodestra. E tra gli azzurri c'è molto ottimismo per la possibilità della «spallata» al governo. Ancor di più per il risultato in Calabria, dove Berlusconi ha come aspirante presidente della Regione un volto storico di Fi, Jole Santelli. La coalizione avrebbe 10 punti in vantaggio, le divisioni con i fratelli Occhiuto che ambivano alla candidatura sembrano rientrate e il Cavaliere conta di andare nell'imminenza del voto.
Nella nota del vertice azzurro, cui hanno partecipato il vicepresidente Antonio Tajani, le capogruppo Bernini e Mariastella Gelmini, Sestino Giacomoni, Giorgio Mulè, Licia Ronzulli e altri, si parla di iniziative per «rendere più incisiva l'azione di Fi», anche di un possibile Congresso nazionale. Presto ci saranno nomine di nuovi coordinatori regionali e Maurizio Gasparri sarà commissario per Roma, al posto di Davide Bordoni che ha lasciato Fi.
Ma il tema principale è il ruolo dell'Europa tra venti di guerra Usa-Iran e polveriera libica. «Preoccupanti scenari internazionali che coinvolgono direttamente l'Italia» e portano in primo piano l'appello di Berlusconi per un'unica politica estera Ue e un «esercito europeo, integrato e non alternativo all'Alleanza Atlantica», per svolgere sullo scacchiere internazionale «un ruolo a tutela della sicurezza complessiva e dei singoli paesi, soprattutto quelli più esposti come il nostro».
Questo riguarda terrorismo, integralismo islamico, instabilità del Medio Oriente, ma anche la «massiccia penetrazione economica cinese favorita dall'assenza dell'Europa dagli scenari africani». Solo un'Europa forte e unita, ricorda Fi, può inoltre fronteggiare la politica selettiva dei dazi degli Usa, che verrà formalizzata il 13 gennaio e minaccia i prodotti Made in Italy.
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