Berlusconi striglia i suoi "Basta liti da spogliatoio"

Alla riunione con deputati e senatori il leader chiede il voto di "fiducia" sulle riforme. La metafora calcistica: "Non rispettare il patto del Nazareno sarebbe un autogol"

Berlusconi striglia i suoi "Basta liti da spogliatoio"

Berlusconi blinda il patto del Nazareno e striglia i suoi: «Sulle riforme vi chiedo unità e coesione. Abbiate fiducia in me; sono vent'anni che me la date e vi chiedo di darmela ancora una volta. E anch'io ritengo di averne data tanta a voi». E scoppia l'applauso nel salone di piazza San Lorenzo in Lucina, sede del partito. Il Cavaliere si presenta nel quartier generale di Forza Italia determinato a dettare la linea: sì alle riforme, opposizione durissima sul resto. La sua intenzione è quella di evitare che il summit si trasformi in uno sfogatoio, come accaduto due settimane fa a Montecitorio. Allora ci fu un dibattito franco, a tratti aspro, e tutto finì sui giornali. Meglio evitare il bis: ecco perché si decide che parli solo lui, il leader. E Berlusconi parla: sulla riforma del Senato Forza Italia voterà compatta per il «sì». Davanti ai suoi parlamentari il Cavaliere spiega le ragioni: «Manteniamo fermo il patto anche se non sono le nostre riforme ideali, ma sono quelle possibili visto che siamo all'opposizione». I numeri sono numeri: «Il patto del Nazareno va onorato perché dopo le europee Renzi ha il consenso per procedere senza di noi e noi, se ci sfiliamo, rischiamo di essere ininfluenti».

Berlusconi chiede unità, utilizzando metafore calcistiche: «Una squadra non è credibile se continua a litigare negli spogliatoi; e non rispettare i patti per noi sarebbe un autogol». È la linea Verdini-Romani, vincente su quella malpancista che, giurano, è composta da non più di dieci senatori. Berlusconi dice anche che l'accordo siglato con il premier è più ampio: «Mi fido di Renzi. Abbiamo concordato dei punti anche sulla legge elettorale e sulla riforma della giustizia. Lui si fida di me e io mi fido di lui», dice. Qualcuno è perplesso e lo si vede chiaramente dal volto. Berlusconi lo sa e si rivolge a loro: «Capisco che alcuni di voi sono scettici ma così ho deciso. Se non siete d'accordo convincete la maggioranza del partito». Il Cavaliere sente che Forza Italia è con lui e aggiunge: «Votate pure come volete ma se lo fate non aspettatevi poi che vi guardi allo stesso modo».

Daniele Capezzone, contrario al «sì» a questo Senato, cerca di illustrare i punti più critici della riforma ma Berlusconi lo stoppa: «No, basta, basta!». Alzano la mano in due, Cinzia Bonfrisco e Vincenzo D'Anna, entrambi allergici all'abbraccio con Renzi. Vorrebbero parlare ma s'è deciso che parlerà solo il leader. Proprio con il senatore D'Anna qualche attimo di tensione: «Basta attaccarmi sui giornali. Non fai bene né a me né al partito», si lamenta l'ex premier. E il senatore che si difende: «Presidente, io non l'attacco...». Ma il Cavaliere è deciso e determinato: «Chi metterà pubblicamente in difficoltà Forza Italia rischia di essere deferito al collegio dei probiviri». «Se è così, io non ci sto», ribatte il parlamentare campano. E l'ex premier: «Se non ti va di restare vai da Alfano, tanto lo so che sei già con loro...». Dirà poi D'Anna: «Difenderò il mio diritto a contrastare una riforma costituzionale liberticida e nociva, senza che questo significhi voler mancare di rispetto al presidente Berlusconi».

Avanti con le riforme, quindi, come sintetizza Mariastella Gelmini: «Non è un momento facile, ma il nostro presidente è sempre il migliore, Forza Italia ce la farà! Avanti con le Riforme». Anche perché «il testo è già stato migliorato parecchio, rispetto al documento scritto dal governo, grazie all'ottimo lavoro svolto da Paolo Romani», dice Berlusconi.

Ma questo non vuol dire che l'opposizione al governo sarà all'acqua di rosa sui temi economici, anzi. Sull'economia infatti arriva la piena investitura di Renato Brunetta affinché continui sulla linea di un'opposizione «seria e ferma» sull'economia.

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