Se a Milano si parla di primarie, non è certo per la leadership. Le contese da lunghi coltelli che arrivano dall'Ufficio di presidenza di Forza Italia sono echi che a queste latitudini rimbombano soprattutto con una preoccupazione e un obiettivo: riconquistare il Comune «occupato» dal sindaco Giuliano Pisapia, diventato simbolo ed epicentro della politica fiscale della sinistra e del governo Renzi.
Così il «No tax day», che domani ha come protagonista atteso Silvio Berlusconi, sarà in piazza San Fedele. Luogo storico di Milano e uscita secondaria di Palazzo Marino: è sugli scalini di piazza San Fedele che si assiepano i consiglieri comunali durante le sedute, è qui che si svolge la vita politica dei retroscena, tra i capannelli e le chiacchierate con vista sulla statua di Alessandro Manzoni. Ricordo marmoreo di ciò che da sempre è Milano. Luogo simbolo San Fedele, giurano gli organizzatori, rispondendo a chi maligna che la scelta sia stata fatta per non affrontare l'ampiezza di San Babila e la sfida politica di un nuovo predellino. «Visivamente ci avviciniamo alla riconquista del palazzo del Comune, con la battaglia contro le tasse e con la presenza di Silvio Berlusconi» dice il giovane capogruppo azzurro, Pietro Tatarella.
Non che a Milano non si rendano conto che a Roma Raffaele Fitto e i suoi chiedono di azzerare le cariche del partito e mettono in discussione la leadership del Cavaliere. E neppure pensano che in Forza Italia vada bene tutto così com'è. Vogliono il cambiamento anche loro, ma con un accento che rimane berluscones e un ottimismo legato al fatto che qui, in Lombardia, il centrodestra è ancora maggioranza e a Milano, nonostante tutto, la possibilità di vincere le Comunali nel 2016 non è considerata fantascienza. Se si parla di primarie, è per il candidato sindaco, ammesso che non si trovi un accordo politico nell'alleanza che qui non è mai saltata per aria. Così «Anche tu con Silvio. #BastaTasseSullaCasa» è uno slogan in cui confidare e l'appuntamento di domani, sabato alle 15.30, giornata di shopping già quasi festivo, è un momento da cui la classe dirigente milanese si aspetta, o almeno spera, di ripartire.
«Per gli italiani una patrimoniale da quasi 30 miliardi: grazie Monti, grazie Letta, grazie Renzi» dicono e scrivono facendo i conti dettagliati delle imposizioni sulla casa e della tassazione sul risparmio. «Non è vero che Forza Italia non fa opposizione a Renzi - quasi si difende il deputato e coordinatore provinciale azzurro, Luca Squeri - Proprio qui faremo un'opposizione pubblica eclatante contestando la legge di Stabilità». E l'elenco di tutte le tasse e delle clausole di salvaguardia legate ai provvedimenti economici del governo Renzi occupa una pagina intera: Tasi, Tari, risparmi, Irap, Irpef, pensioni, Tfr, professionisti, polizze vita, trasporto aeroportuale.
C'è poi la traduzione milanese, con qualche aggravante in più. Domani, in piazza San Fedele, gli azzurri si aspettano che Silvio Berlusconi faccia un'arringa contro le tasse di Pisapia, che penalizzano seconde case, capannoni, negozi, ovvero chi vive in città ma anche chi vuole investire o vendere o produrre. Ma l'attesa è che il leader colpisca duro anche su sicurezza e legalità, sulla sofferenza dei semplici cittadini e di coloro che investono o desidererebbero poterlo fare. Un'indagine recente della Confcommercio ha rivelato che pizzo, usura, racket, 'ndrangheta sono realtà vive e attivissime a Milano. E sconvolgente è una risposta data dagli imprenditori: il 30 per cento di chi ha un'attività ritiene una buona idea possedere un'arma per difendersi.
Un clima da Far West, più che da capitale economica. Per non dire delle case occupate, di minori e anziani che vivono da abusivi senza domani. E le periferie: invece che luoghi per costruire il futuro, eccole avamposti abbandonati di un impero lontano e impotente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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