Un incontro franco, schietto e leale che non scioglie i nodi però. Berlusconi e Fitto finalmente si vedono faccia a faccia. Uno davanti all'altro, soli, a Palazzo Grazioli all'ora di pranzo. Un'ora di colloquio che non assume mai i toni dello scontro sebbene si misurino due linee opposte. Fitto, il big che rappresenta i malpancisti nei confronti dell'abbraccio con Renzi; e Berlusconi, il leader, intenzionato a onorare il patto del Nazareno. Ognuno rimane sulle proprie posizioni e il summit si conclude con un «ne riparleremo» e non è dato sapere quale possa essere la sintesi tra i due atteggiamenti.
«Presidente, sai che ti voglio bene e tutto quello che ho fatto in passato e farò in futuro l'ho fatto e lo farò per il bene tuo e del partito», è l'esordio di Fitto. Che poi prosegue: «Dammi atto che ti sono sempre stato leale, a differenza di molti altri amici». Berlusconi non può far altro che annuire: «Vai avanti». «E sono contento - continua l'ex ministro azzurro - che ti hanno assolto e che ora sei politicamente in una posizione di forza». Tradotto: eviteranno di dire che Fitto sfida Berlusconi quando è alle corde. E poi prosegue: «Quindi ora possiamo parlare con più serenità e liberamente». Berlusconi sorride e annuisce. «Ma ascoltami, presidente: dire di sì a questa riforma del Senato è un suicidio, credimi. È una riforma pasticciata che non fa bene a Forza Italia ma soprattutto all'Italia». Fitto sciorina tutte le obiezioni tecniche e politiche per cui la riforma fa acqua. Il Cavaliere ascolta, in parte condivide. Ma la sua posizione non muta: «Raffaele, capisco; ma non abbiamo alternative. Le riforme vanno votate. Mantengo la parola data, io. L'ho sempre fatto e continuerò a farlo. So che la riforma è migliorabile e cercheremo di strappare qualcosa in più. Ma ho stretto un patto con Renzi e lo manterrò». Il solco è tutto qui: Fitto vede nell'abbraccio a sinistra la fine del centrodestra; Berlusconi ne fa un discorso di pragmatismo: «Date le condizioni è l'unica cosa da fare, dammi retta».
Si parla di riforme ma non solo. Anche il futuro del partito e della coalizione fa parte del menu. E qui Berlusconi anticipa Fitto e apre a una sua battaglia: «Raffaele, io non ho nulla contro le primarie di coalizione che chiedi tu. Non si sono fatte perché siamo sempre stati uniti e non ne abbiamo mai avuto bisogno. E anche con gli alleati non ci sono mai stati dubbi nell'individuare il candidato premier. In ogni caso non ho nulla in contrario alle primarie di coalizione». Un'apertura chiara per l'orizzonte del centrodestra. Un tema complicato, questo, appena accennato nel colloquio durato meno di due ore. Infatti, terminato il faccia a faccia, Fitto dice ai cronisti: «Il percorso di rilancio del centrodestra è lungo e complesso». La tesi di Fitto, in merito a un possibile riavvicinamento con Lega, Ncd, FdI, Udc e altri: rimetterci tutti insieme ha senso solo se si trovano punti comuni programmatici e non se si lavora a sommare le tante sigle che vogliono rappresentare i moderati. Peraltro situazione incandescente vista la rissa tra Lupi e Quagliariello avvenuta ieri di fronte ad Alfano. Il primo vuole alleanze a geometrie variabili per le Regionali, il secondo ha minacciato di non partecipare all'assemblea di domani e di mettersi alla testa della minoranza interna.
Ma è tutto sereno tra Fitto e Berlusconi? È stato un incontro positivo, ma Fitto sul nuovo Senato riconosce di non essere stato convinto del tutto dal leader.
Se ne riparlerà la settimana prossima mentre oggi il Cavaliere
tornerà a Cesano Boscone per la tradizionale visita ai malati della Sacra famiglia. E intanto il Tar del Lazio respinge il suo ricorso per riottenere il passaporto. Divieto di espatrio, quindi. Anche all'interno della Ue.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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