L'Italia verso la catastrofe, come il Venezuela. Silvio Berlusconi vede «un futuro molto nero, con conflitti sociali, disoccupazione e recessione», se il governo non cadrà. Si definisce preoccupato e amareggiato, il leader di Forza Italia, di fronte a un «Paese paralizzato dall'improvvisazione e dall'incompetenza del M5S», ma non risparmia critiche alla Lega che lascia fare, soprattutto in economia.
In un'intervista a Paolo Liguori a Radio 105, l'ex premier critica aspramente la linea neutrale dell'esecutivo Conte sul Venezuela, facendo un parallelo con l'Italia, dove vede le avvisaglie di una «tempesta economica». Berlusconi spiega: «Siamo in recessione, la situazione economica è preoccupante, la ripresa sembra lontana, il governo non è all'altezza delle esigenze del Paese».
Su Maduro e Guaidò la linea la dettano i 5Stelle, dice Berlusconi ed è coerente con la visione di chi «ammira Chavez e Maduro e vorrebbe anche qui un regime simile a quello venezuelano, trascinandoci verso la stessa catastrofe». Per il Cavaliere «è di una gravità straordinaria, siamo l'unico Paese europeo a non aver preso posizione per la democrazia in Venezuela e abbiamo impedito all'Europa di parlare con una voce sola, riconoscendo il presidente ad interim. In pratica, abbiamo offerto una sponda a Maduro, uno degli ultimi dittatori comunisti del mondo, esponente di un regime che, come tutti quelli comunisti, ha ridotto alla fame il suo Paese».
Anche il fatto che un ministro «competente» come Paolo Savona, osserva il leader di Fi, «si defili dal governo optando per la presidenza della Consob è un segnale dell'estrema situazione di crisi». Berlusconi, «angosciato come leader politico, come imprenditore e come padre di famiglia», rievoca le immagini «irresponsabili dei ministri che festeggiavano la fine della povertà sul balcone di Palazzo Chigi, mentre spingevano il Paese verso il baratro».
Dopo l'attacco al M5s, ecco la stoccata all'alleato: «Purtroppo la Lega ha completamente delegato a Di Maio la politica economica, l'ha messa nelle mani irresponsabili dei 5S. In cambio la Lega ha avuto carta bianca sull'immigrazione, che è certo importante e Salvini sta facendo anche cose buone, ma non è il nostro primo problema. Il nostro futuro dipende dal lavoro».
Berlusconi, non nega le difficoltà a tenere unito un centrodestra che regge a livello locale, ma è in crisi a livello nazionale e fa appello a quella che chiama l'Altra Italia, perché scenda «in campo con noi per non lasciare il Paese in mano a questi grillini» e dare più forza agli azzurri. Al di là del rapporto personale con Salvini, che cerca di mantenere «cordiale», si pone il problema di un'alleanza che per ora funziona in Abruzzo, poi in Sardegna, più in là in Piemonte, in Basilicata e in centinaia di comuni. «Noi continuiamo a credere - sottolinea il Cav - nel centrodestra che già governa con ottimi risultati regioni italiane e anche numerose amministrazioni comunali dal nord al Sud». Nella coalizione, dice Berlusconi, Fi rappresenta «l'anima liberale, cristiana, occidentale» e quella va rafforzata.
L'appello è per le regionali in Abruzzo di domenica e per le europee di maggio, in cui è candidato: «Date il voto a
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