La sinistra perde il pelo ma non il vizio. Il vizio di sparare fango contro gli avversari politici: il centrodestra, in quest'ultimo caso. E così il Coronavirus diventa terreno di lotta politica per gli eredi della tradizione comunista.
Stavolta ci casca un ex leader, all'apparenza mite ed equilibrato, come Pier Luigi Bersani. Nella foga di assestare un colpo alle opposizioni, l'ex segretario del Pd inciampa sul più classico degli scivoloni: usare le vittime della pandemia per mettere in cattiva luce il centrodestra. Associandosi alla narrazione anti-lombarda che maggioranza e parte della stampa stanno portando avanti dall'inizio dell'emergenza. Nel giorno della ricorrenza della festa della Repubblica, poche ore dopo l'appello del capo dello Stato Sergio Mattarella all'unità, Bersani in collegamento con il programma Cartabianca condotto da Bianca Berlinguer lancia una pesantissima accusa in riferimento alle polemiche che da mesi prendono di mira la sanità lombarda, rea - a detta di chi la contesta - di essere responsabile della strage ai tempi del coronavirus: «Il messaggio che in Parlamento e fuori sta dando il centrodestra è una coltellata al Paese». «Questa gente qua, lo lasci dire a uno di Piacenza - prosegue il leader di Articolo Uno per poi essere interrotto dalla conduttrice che ricorda come Piacenza abbia avuto numerosi casi di Covid - mi viene il dubbio che se avessero governato loro non sarebbero bastati i cimiteri». L'imbarazzo è forte in studio. La giornalista, mai morbida con i politici di centrodestra, prende le distanze: «Dice lei».
Parole, quelle di Bersani, che non fanno onore al ruolo di statista che per lungo tempo l'ex leader del Pd ha provato (senza successo) ad assumere nella politica italiana. Eppure, proprio dal centrodestra, quando Bersani ha avuto problemi di salute, sono arrivati attestati di stima e rispetto. Evidentemente, oggi ha perso un po' di smalto. Non è più abituato ai talk politici. O avrà dimenticato le colpe di chi all'inizio della pandemia ha portato avanti le campagne «abbraccia un cinese» o «Milano non si ferma». Oppure non era tra gli invitati agli aperitivi di Beppe Sala e Nicola Zingaretti. Ma non c'è nulla di nuovo sotto il cielo della sinistra italiana. Il politicamente corretto vale solo per gli avversari.
Alla sinistra tutto è concesso: anche usare le tombe per attaccare il centrodestra. D'altronde, a Bersani bruciava non salire sul carro anti-lombardo: quel carro su cui governo, grillini e Pd sono saliti già da tempo. Le morti in Lombardia? Colpa del governatore leghista Attilio Fontana. E non basta che questa narrazione stia alimentando odio e minacce contro il presidente della Regione Lombardia, costretto a vivere scortato. Il tiro al piccione (in questo caso il centrodestra) va di moda. Ma soprattutto alleggerisce la coscienza di chi ha responsabilità di governo. E avrebbe potuto evitare (ma non l'ha fatto) la catastrofe. Prima sanitaria. Oggi economica e sociale. Bersani non chiede scusa. Ma le parole lasciano il segno. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, è una furia: «L'odio ideologico della sinistra non si ferma nemmeno davanti ai morti. Vergognose le dichiarazioni di Bersani».
Per l'europarlamentare della Lega Silvia Sardone, una lombarda che ha vissuto da vicino la tragedia del Coronavirus, «l'odio proveniente da sinistra si manifesta con bestialità di questo genere». Pd e Cinque stelle si girano dall'altra parte. In fondo, fa comodo a tutti scaricare colpe sugli avversari. Non arrivano scuse o comunicati di solidarietà. Nessuno osa contestare l'intoccabile Bersani.
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