Un bidello ogni cento studenti. Così i controlli sono impossibili

La sicurezza è un nodo irrisolto negli istituti italiani Troppe responsabilità, presidi in rivolta: corteo al Miur

Un bidello ogni cento studenti. Così i controlli sono impossibili

Strutture fatiscenti e poco personale: la sicurezza degli alunni a scuola è ancora un'utopia. Potrebbe essere l' «omessa vigilanza» una delle accuse rivolte sia all'insegnante sia al dirigente scolastico, sempre e comunque responsabile di quello che accade all'interno delle mura dell'istituto e anche all'uscita finché l'alunno minore non è affidato ad un adulto. Sarà la Procura a stabilire che cosa è effettivamente successo alla Pirelli di Milano in quei pochi drammatici secondi durante i quali il piccolo è precipitato. All'interno degli istituti scolastici tanto più se si tratta della scuola d'infanzia e della primaria le regole sono chiarissime. L'alunno può andare al bagno da solo perché ovviamente la maestra non può lasciare il resto della classe ma la vigilanza in corridoio e nei bagni deve essere garantita dai collaboratori scolastici. E se invece alla mancata vigilanza si aggiunge anche un problema di arredi e strutture poco sicure (in questo caso però la balaustra delle scale posta sotto sequestro sembra fosse a norma) la responsabilità ricade sempre sul dirigente scolastico che ha il dovere di assicurare che nel suo istituto tutto sia a norma di legge. Ma questa è la teoria. In pratica sappiamo che le scuole italiane non sono sicure come ogni anno denuncia il rapporto sull'edilizia scolastica di Cittadinanzattiva. La sicurezza nelle scuole è stata dichiarata una vera e propria emergenza nazionale anni fa, dopo una serie di episodi gravissimi come la morte dello studente Vito Scafidi ucciso a 17 anni dal crollo del soffitto mentre era a lezione nel liceo Darwin a Rivoli, Torino, 11 anni fa. Gli interventi ci sono stati ma paragonabili ad una goccia nel mare di fronte allo stato fatiscente di migliaia di scuole. Non solo. La scuola è sottoposta da anni a continui tagli di personale e dunque molto spesso la vigilanza che dovrebbe esser assicurata dai collaboratori scolastici, i bidelli, in realtà non è garantita affatto. Sempre in teoria negli istituti dall'asilo fino alla medie dovrebbero essere presenti ogni 300 alunni almeno 4 bidelli e via via a salire fino ai 12 previsti per 1200 alunni. Un bidello per cento bambini è decisamente poco e oltretutto spesso il rapporto sale perché se un bidello si assenta per malattia per pochi giorni non viene sostituito.

La sicurezza è dunque ancora un'emergenza. Cittadinanzattiva ha rilevato un crollo ogni tre giorni di scuola, fra settembre 2018 e luglio 2019. Mai così tanti dal 2013. Eppure i fondi che sono stati stanziati vengono utilizzati a rilento. Sono disponibili almeno 4 miliardi e mezzo ma ad oggi sono stati effettivamente spesi meno di due miliardi. Solo una scuola su quattro è in possesso del certificato di agibilità statica, una su tre di quello di prevenzione incendi e dell'agibilità igienico-sanitaria.

Il risultato? I dirigenti scolastici sono in rivolta e si incontreranno 30 ottobre a Roma davanti al Miur per un sit in di protesta. Manifestazione indetta dopo la condanna in Cassazione per lesioni colpose gravi della preside di un liceo di Sapri.

Uno studente nel 2011 cadde da un lucernario della sua scuola ferendosi gravemente, la porta di accesso al terrazzino avrebbe dovuto essere chiusa ma una bidella l'aveva aperta. La preside condannata quel giorno non era in istituto. I dirigenti scolastici chiedono al ministro dell'Istruzione, Lorenzo Fioramonti, «una riflessione sulle responsabilità all'interno della scuola».

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