Dopo il G7, Russia e Cina rimangono nel mirino anche durante il vertice Nato che si è tenuto a Bruxelles, il primo a cui Joe Biden ha partecipato da presidente degli Stati Uniti. L'inquilino della Casa Bianca durante l'incontro con il segretario generale dell'Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg, ha ribadito: «Voglio che l'Europa sappia che gli Usa ci sono». Quindi ha sottolineato la «crescente consapevolezza negli ultimi due anni che abbiamo nuove sfide. Abbiamo la Russia che non agisce nel modo in cui speravamo, così come la Cina». Biden ha poi affermato che la Nato «è importantissima, se non ci fosse la si dovrebbe inventare», e l'articolo 5 è un «sacro obbligo». Su Twitter, invece, il presidente ha assicurato che «la nostra alleanza è più forte che mai» e insieme ai 29 alleati avrebbe discusso «la nostra difesa collettiva, compresa quella dall'aggressione russa, le sfide strategiche della Cina, le attività cibernetiche nocive, il terrorismo e il cambiamento climatico».
I leader riuniti a Bruxelles nella dichiarazione finale del summit hanno spiegato che «Pechino sta cooperando militarmente con Mosca, anche attraverso la partecipazione ad esercitazioni russe nell'area euro-atlantica», elencando numerose preoccupazioni che derivano dalla politica del Dragone, compresa l'espansione sul nucleare. «La crescente influenza della Cina e le sue politiche internazionali possono presentare sfide sistemiche che dobbiamo affrontare insieme come Alleanza - hanno proseguito - Siamo preoccupati per quelle politiche coercitive che sono in contrasto con i valori fondamentali sanciti dal Trattato di Washington. Chiediamo alla Cina di mantenere i suoi impegni e di agire responsabilmente nel sistema internazionale, compresi i domini dello spazio, cibernetico e marittimo, in linea con il suo ruolo di grande potenza».
Sul fronte russo, invece, il presidente Vladimir Putin alla vigilia dell'incontro con Biden a Ginevra ha rilasciato una lunga intervista all'americana Nbc News, bollando come «ridicole» le accuse di guerra cibernetica agli Usa, mentre riguardo le altre, tra cui quelle di interferenze elettorali, ha replicato che «non una sola volta si sono presi la briga di produrre alcun tipo di prova». Il leader del Cremlino tuttavia ha lanciato anche alcuni segnali di apertura, dicendosi pronto ad esempio a uno scambio di prigionieri, tra due ex marine americani detenuti in Russia, Paul Whelan e Trevor Reed, e due russi in carcere negli Stati Uniti. Si tratterebbe di Viktor Bout e il pilota Konstantin Yaroshenko Biden dal canto suo ha detto che con Putin chiarirà «dove sono le linee rosse, che ci sono aree in cui possiamo cooperare, se sceglie, e se sceglie di non cooperare e agisce come ha fatto in passato in relazione alla sicurezza informatica e ad altre attività, allora risponderemo a tono». Una stoccata a Putin anche su Navalny: «La morte di Navalny sarebbe un'altra prova che la Russia ha poca o nessuna intenzione di rispettare i diritti umani fondamentali».
La Casa Bianca, invece, ha aggiustato il tiro dopo che Biden aveva fatto capire di essere pronto a uno scambio di cybercriminali. «Se Putin arriva e dice sono pronto ad assicurarmi che i cybercriminali siano ritenuti responsabili, allora il presidente dirà lo stesso», ha precisato il consigliere alla sicurezza nazionale Jake Sullivan.
Intanto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha messo in difficoltà Biden, rammaricandosi che incontri prima Putin di lui e chiedendo chiarezza sull'adesione di Kiev alla Nato. Ma Biden ha replicato: «Dipende se l'Ucraina rispetterà i criteri richiesti il fatto è che hanno da fare piazza pulita sulla corruzione e su quella questione siamo ancora indietro».
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