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Biden: "Genocidio armeno". Ira Erdogan: "Grave errore"

Il presidente Usa sfida il dittatore turco. Replica di Ankara: non prendiamo lezioni. Relazioni a rischio

Biden: "Genocidio armeno". Ira Erdogan: "Grave errore"

«Una bomba» la definisce la scrittrice e accademica italiana di origini armene Antonia Arslan. E in effetti lo è l'annuncio di Joe Biden - seppur svelato dalle anticipazioni di stampa dei giorni scorsi - di voler riconoscere il genocidio compiuto dall'Impero Ottomano, l'attuale Turchia, tra il 1915 e il 1916, quando un milione e mezzo di armeni furono uccisi. In una nota diffusa dalla Casa Bianca nel giorno del 106mo anniversario dell'inizio dei massacri compiuti dall'impero ottomano, si legge: «Ogni anno, questo giorno, ricordiamo le vite di tutti quelli che sono morti nel genocidio armeno in epoca ottomana e ci impegniamo di nuovo a prevenire che tali atrocità accadano di nuovo». «Onoriamo le vittime del Meds Yeghern (Grande Male), in modo che gli orrori di quanto è accaduto non vadano mai persi nella storia», scrive Biden. E ancora: «A partire dal 24 aprile 1915 con l'arresto di intellettuali armeni e leader della comunità a Costantinopoli da parte delle autorità ottomane, un milione e mezzo di armeni sono stati deportati, massacrati o hanno marciato fino alla loro morte in campi di sterminio», ha ricordato Biden.

Immediata - ed evidentemente già preparata grazie alle anticipazioni dei giorni scorsi - la risposta del presidente turco Recep Tayyp Erdogan. Il leader turco parla di «ferita profonda» e «grave errore» di Biden, che «ostacola la pace e la stabilità nella regione». «Non accettiamo lezioni da nessuno», dice il «Sultano». Durissima anche la reazione del ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, diffusa via Twitter: «Le parole non possono cambiare o riscrivere la storia. Non possiamo prendere lezioni da nessuno sulla nostra storia. L'opportunismo politico è il più grande tradimento della pace e della giustizia. Rifiutiamo totalmente questa spiegazione, la cui unica base è il populismo».

Il presidente americano aveva telefonato venerdì al leader turco Erdogan esprimendogli il suo interesse a «relazioni costruttive» e anticipandogli - secondo i media - l'intenzione di riferirsi esplicitamente al «genocidio» degli armeni. La mossa di Biden, primo presidente nella storia americana a spingersi fino a questo punto, compromette seriamente i rapporti con la Turchia, che ha sempre negato il genocidio ed è uno dei principali alleati orientali della Nato.

Chi esulta è prevedibilmente il premier armeno Nikol Pashinyan, che in una lettera indirizzata a Biden e pubblicata su Facebook, scrive: «I cittadini dell'Armenia e gli armeni nel mondo hanno accolto con molto entusiasmo il riconoscimento», che è «un potente passo sul percorso di verità e giustizia storica, e impagabile sostegno agli eredi delle vittime del genocidio armeno».

Ieri per la prima volta anche il presidente francese Emmanuel Macron ha partecipato a una commemorazione ufficiale in occasione della Giornata nazionale di commemorazione del genocidio del 1915.

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