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Biden parla male dell'Italia con l'aiutino della sinistra

Il presidente, in campagna per il mid-term, ripete: "Guardate cos'è successo". Il riferimento è alle elezioni

Biden parla male dell'Italia con l'aiutino della sinistra

Il nascente governo italiano ha un problema a Washington. Precisamente, dentro la Casa Bianca. Dopo l'uscita di un paio di settimane fa - «Visto cosa è successo in Italia?» - Joe Biden è tornato a parlare del nostro Paese e del «pericolo» a suo giudizio, di un'avanzata delle destre nei Paesi dell'Alleanza Atlantica. «Putin voleva dividere la Nato. E guardate cosa è successo sul fianco orientale dell'Alleanza. La Polonia resiste, ma che mi dite dell'Ungheria? E guardate cosa è successo di recente in Spagna (è probabile che intendesse la Svezia, ndr) e Italia», ha detto giovedì sera il presidente degli Stati Uniti. Il contesto era simile a quello dell'altra volta, un evento di raccolta fondi per i Democratici a Los Angeles, presente anche la speaker della Camera, Nancy Pelosi. È evidente che stavolta non si è trattato di una semplice gaffe. Biden parla ai Democratici per metterli in guardia dal rischio, nelle elezioni di midterm dell'8 novembre, di una vittoria dei Repubblicani a trazione «Maga», l'ala estremista che fa capo a Donald Trump. Ma è pur vero che le parole del presidente cozzano con l'approccio pragmatico del dipartimento di Stato, che all'indomani della vittoria elettorale del centrodestra in Italia si era affrettato a dare la «linea» a tutta l'amministrazione. «Siamo ansiosi di lavorare con il nuovo governo italiano sui nostri obiettivi condivisi, a cominciare dal sostegno all'Ucraina. L'Italia è un alleato vitale, una democrazia forte e un partner prezioso», aveva detto il segretario di Stato Antony Blinken. I giudizi del presidente contro l'Italia che si appresta a varare il nuovo governo di centrodestra vanno letti alla luce di due elementi. Il primo, è la pubblicazione del nuovo documento sulla Strategia di Sicurezza Nazionale. Non c'è nulla di particolarmente nuovo. Anche alla luce dell'invasione Russa dell'Ucraina, per gli Usa la Cina rimane la sfida principale all'ordine globale. In questo contesto, la Casa Bianca traccia una netta linea di demarcazione tra democrazie e autocrazie. È forse questo il terzo indizio che servirebbe a fare una prova: per il presidente Usa, almeno nella sua versione da campagna elettorale, l'Italia che ha votato centrodestra rischia di essere assimilata al fronte non democratico. Una visione, quella di Biden (e dei suoi consiglieri), sulla quale non possono non avere pesato i tanti editoriali dei media progressisti Usa, i più seguiti alla Casa Bianca, che per settimane hanno rilanciato gli allarmi sul «pericolo fascista», che quotidianamente venivano pubblicati in Italia, alimentati anche della retorica elettorale della sinistra. E anche dopo il voto, questi «allarmi» continuano ad alimentare il dibattito in Italia e in Europa - e di conseguenza al di là dell'Atlantico - sulla spinta di uscite pubbliche come quella di Enrico Letta a Berlino, che dopo l'elezione dei presidenti delle Camere ha parlato di «una logica perversa e incendiaria» che «danneggia il Paese». Forse, a quasi due anni dall'insediamento dell'attuale Amministrazione, è giunto il momento che Joe Biden nomini al più presto un ambasciatore a Roma. Una figura, sia essa «politica» o di carriera, che con autorevolezza sappia interpretare e codificare nei suoi rapporti a Washington quanto sta accadendo in Italia. Circola il nome di Nancy Pelosi, che dopo il voto di midterm non sarà più speaker della Camera. Potrebbe essere lei, campionessa dei valori dem, a spiegare al presidente che in Italia è in corso una normale transizione di potere. La stessa transizione che Donald Trump tentò di negare a Biden e per la quale è ora sotto accusa.

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