Joe Biden sbarca nel Vecchio Continente per il suo primo viaggio all'estero da quando si è insediato alla Casa Bianca con l'obiettivo di rafforzare i legami con gli alleati, «chiarendo a Vladimir Putin e alla Cina che America ed Europa sono vicini», come ha spiegato lui stesso prima di salire a bordo dell'Air Force One. Il G7 mostrerà alla Cina un fronte unito, ha ribadito, assicurando che la missione «evidenzierà l'impegno degli Usa nel chiamare a raccolta le democrazie del mondo, unendosi per definire le regole della strada per il 21esimo secolo, difendere i nostri valori e affrontare le più grandi sfide del mondo». Inoltre, Biden ha anticipato che annuncerà una nuova strategia vaccinale per il mondo. Secondo il Washington Post acquisterà 500 milioni di dosi Pfizer da donare al mondo.
Oggi il presidente statunitense vedrà il premier britannico Boris Johnson, mentre l'incontro con la Regina Elisabetta sarà domenica 13 giugno, dopo la conclusione del G7 in Cornovaglia. Il 14 giugno invece Biden sarà a Bruxelles per il vertice Nato, a margine del quale vedrà il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Nella capitale belga il giorno dopo il presidente americano parteciperà al vertice Ue-Usa, durante il quale i leader si confronteranno sulla ripresa economica globale, il cambiamento climatico, la cooperazione commerciale e la democrazia. Il 16, infine, si recherà a Ginevra per il primo faccia a faccia con il presidente russo Vladimir Putin. Riguardo alla Cina, Ue e Usa puntano a «consultazioni e a una collaborazione stretta» nel quadro dei rispettivi approcci, si legge nell'ultima bozza della dichiarazione del vertice del 15 giugno. Ue e Usa «continueranno ad affrontare le preoccupazioni comuni, comprese le violazioni dei diritti umani in Tibet e nello Xinjiang, l'erosione di autonomia e processi democratici a Hong Kong, la coercizione economica, le campagne di disinformazione e le questioni di sicurezza regionale».
A Washington, intanto, con una rara manovra bipartisan, il Senato ha approvato un provvedimento per rafforzare la competitività americana nei confronti del Dragone. La misura prevede investimenti per 250 miliardi di dollari nella ricerca scientifica e nello sviluppo per rilanciare l'industria. Dopo il via libera della Camera Alta, Pechino ha subito accusato gli Stati Uniti di «illusione paranoica» e di «egemonia». Lo Us Innovation and Competition Act of 2021 (Usica) «è fatto di pregiudizi ideologici», ha sottolineato la commissione per gli Affari esteri del Congresso nazionale del popolo (il parlamento cinese), definendo la mossa un tentativo di interferire negli affari interni del paese, privandolo del suo «diritto legittimo allo sviluppo attraverso la tecnologia e il disaccoppiamento economico». Nel frattempo, è a rischio il piano di Biden per rivedere il sistema fiscale internazionale: il G7 dei ministri finanziari e dei governatori delle banche centrali si è schierato con la proposta dell'inquilino della Casa Bianca di imporre una minimum tax globale sulle multinazionali del 15%, ma l'iniziativa rischia di arenarsi nel Congresso americano, con i repubblicani che hanno minacciato di bocciarlo in Senato.
L'approvazione di modifiche ai trattati internazionali, infatti, richiede il sostegno di una maggioranza di due terzi, ma molti senatori del Grand Old Party hanno già criticato l'accordo ritenendolo dannoso per le aziende Usa, perché vuol dire cedere i diritti sulle imposte ad altri stati e non risolve la disputa sulle web tax.
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