Bielorussia, opposizione sotto torchio. Arrestati oltre 30 giornalisti e attivisti

Perquisiti gli uffici dell'associazione nazionale dei reporter, sequestrati telefoni e computer. In manette il leader

Bielorussia, opposizione sotto torchio. Arrestati oltre 30 giornalisti e attivisti

Nuovo giro di vite in Bielorussia, dove il dittatore Alexander Luskashenko non lasciar tregua a chi osa mettere in discussione il suo potere. La polizia ha effettuato raid in case e uffici di giornalisti e attivisti per i diritti umani, arrestando decine di loro e sequestrando telefoni e altri dispositivi. Gli agenti hanno perquisito gli uffici dell'Associazione bielorussa dei giornalisti e il centro per i diritti umani Viasna, come pure gli appartamenti dei suoi membri. Oltre 30 le persone arrestate, compreso il leader dell'Associazione bielorussa dei giornalisti. Il Comitato investigativo della Bielorussia, l'organo incaricato di indagare sui reati più gravi, ha riferito che le perquisizioni fanno parte di un'indagine «sull'organizzazione e preparazione di proteste che rappresentano una grave violazione dell'ordine pubblico».

La Bielorussia è scossa da proteste da quando i risultati ufficiali delle elezioni presidenziali del 9 agosto hanno assegnato una schiacciante vittoria al presidente Alexander Lukashenko. L'opposizione denuncia brogli e ne sono seguite massicce proteste di piazza e una durissima repressione. Lunedì il Kgb, il Comitato per la sicurezza dello Stato della Bielorussia, ha aggiornato l'elenco delle organizzazioni e delle persone coinvolte in attività terroristiche, includendo altri 17 cittadini tra cui l'attivista e imprenditore dell'opposizione Mikalai Autukhovich, nonché coloro che, secondo le indagini, facevano parte del supposto gruppo criminale da lui creato. Sono tutti accusati di atti di terrorismo.

La scorsa settimana nuove accuse erano state formulate contro uno dei volti più noti dell'opposizione, Maria Kolesnikova, che ora rischia fino a 12 anni di carcere per «cospirazione volta a prendere il potere con mezzi incostituzionali e per la creazione e la guida di un gruppo estremista». Il gruppo a cui le autorità bielorusse fanno riferimento è il presidium del Consiglio di coordinamento dell'opposizione, formato dopo le contestate elezioni presidenziali in cui è stato riconfermato ad agosto il leader Lukashenko, tra accuse di brogli e manipolazioni. A rendere note i nuovi ca contro Kolesnikova è stato lo staff dell'ex candidato alla presidenza Viktor Babariko, per cui la donna lavorava come capo della campagna elettorale. Le stesse accuse sono state formulate contro l'avvocato Maxim Znak. Entrambi sono in carcere per la precedente accusa di appelli pubblici ad azioni volte a danneggiare la sicurezza nazionale. «Si tratta di una persecuzione esclusivamente politica.

Dopo la creazione del Consiglio di coordinamento dell'opposizione, capeggiato dall'ex candidata

presidenziale Svetlana Tikhanovskaya costretta all'esilio, la procura generale bielorussa ha aperto un'indagine per «creazione e leadership di un gruppo estremista, volto a impadronirsi del potere in modo incostituzionale».

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