Il biglietto d'addio. "Non ne posso più". Si getta dal 6° piano durante lo sfratto

L'ufficiale giudiziario aveva già tentato sei accessi. Il 71enne non pagava da mesi

Il biglietto d'addio. "Non ne posso più". Si getta dal 6° piano durante lo sfratto
00:00 00:00

Dopo 11 mesi di affitti non pagati, a gennaio la sentenza di sfratto a suo carico era diventata esecutiva e ieri mattina l'ufficiale giudiziario - che più volte in questi mesi si era presentato alla sua porta senza successo - è arrivato con l'ausilio della forza pubblica. Sesto San Giovanni, 82mila abitanti, secondo comune più popolato della città metropolitana di Milano, condominio di via Puricelli Guerra 253, sesto piano, ore 9.15 di ieri. Anche il campanello dell'abitazione di Letterio Buonomo, 71 anni compiuti a marzo, non funziona perché la fornitura di luce non viene più erogata, l'uomo non paga la bolletta da troppo tempo. Lui è dentro all'appartamento, al buio, si è fatto piccolo piccolo e non risponde ai ripetuti colpi sull'uscio di chi gli intima di aprire. Ha appena messo una sua foto tessera sul tavolino d'ingresso, sotto un biglietto che recita la succinta eloquenza della disperazione: "Addio, non ce la faccio più". Pochi secondi ed è il proprietario di casa, che vive al primo piano, ad avvertire, gridando dalla tromba delle scale, l'ufficiale giudiziario ancora davanti alla porta di Buonomo, in attesa che gli apra: "Si è buttato di sotto! Venite, si è buttato giù!". Arrivano un'ambulanza e un'automedica, ma per il pensionato non c'è più nulla da fare, dopo essersi lanciato dalla finestra è morto sul colpo.

Spiega la dirigente del commissariato locale, Anna Bruno, intervenuta ieri mattina sul posto con i suoi uomini che Buonomo, proveniente da una famiglia originaria di Messina ma nato e residente a Sesto da molti anni, ex portinaio oramai in pensione di un altro stabile del posto, era veramente molto solo e da parecchi anni. Senza figli, separato da una moglie che pure abita nella stessa cittadina dove vivono anche i suoi fratelli l'uomo, per ragioni sconosciute e comunque personali, non aveva più rapporti con nessuno e viveva nella solitudine più totale.

Roberto Di Stefano, sindaco leghista di Sesto da otto anni, racconta che, esattamente due settimane fa, il 24 settembre, Letterio Buonomo si era recato in Comune a informarsi sui servizi abitativi transitori, ovvero su come ottenere la casa popolare, ma dopo che lo avevano ragguagliato non si era più visto. Il pensionato avrebbe forse potuto accedere alla morosità incolpevole - progetto su cui il Comune di Sesto spende circa 300mila euro l'anno insieme a Regione Lombardia, visto che prendeva 1400 euro di pensione al mese (il reddito annuo non deve superare i 26mila euro, ndr) - ma chissà se per qualche ragione non ne aveva diritto o non si era mai interessato per ottenere questa facilitazione.

A Sesto ci sarebbe chi lo ha visto qualche volta giocare alle slot machine, forse nel tentativo di vincere un po' di soldi da aggiungere alla pensione che finiva troppo in fretta e non gli permetteva di arrivare a fine mese. C'è invece chi si spinge a parlare di una fragilità personale dovuta a una vera e propria patologia ludopatica che però non risulta gli sia mai stata diagnosticata ufficialmente.

Da gennaio l'ufficiale giudiziario aveva già tentato sei accessi nell'appartamento di Letterio Buonomo; il

pensionato non aveva aperto l'ingresso, rintanandosi in casa e fingendo di non esserci, oppure semplicemente era sparito per qualche ora dal domicilio rendendosi irrintracciabile. Ieri ha deciso di non voler fuggire. Mai più.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica