F orse i suoi occhi hanno visto troppo, oppure l'ultima violenza è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. In ogni caso, ha capito che era arrivato il momento di agire. È così che un bambino di dieci anni di origini nigeriane ha preso il coraggio a due mani e ha deciso di abbandonare quella mamma e quel papà che maltrattavano lui e i suoi due fratellini: senza esitare, il piccolo è scappato dalla sua casa di Arezzo per sfuggire alle violenza domestica, portandosi dietro i fratelli più piccoli. Un gesto istintivo e protettivo, compiuto in tutta fretta, senza nemmeno avere il tempo di indossare le scarpe. A riferire i particolari della vicenda è la questura di Arezzo, che sta seguendo le delicatissime indagini insieme alla squadra mobile. I genitori dei tre minorenni il più piccolo dei quali ha appena sei anni sono due cittadini di origini nigeriane, in regola col permesso di soggiorno, che vivono ad Arezzo: appena gli inquirenti li hanno rintracciati, per entrambi è scattata una denuncia per violenza. Nel frattempo, la polizia ha anche provveduto a collocare i tre minorenni in una struttura protetta, dove potranno iniziare a dimenticare l'avvenuto.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti tutto è cominciato sabato mattina, quando il ragazzino di dieci anni si è rivolto a un passante per chiedere aiuto: ai suoi occhi, il piccolo si è presentato scalzo e trafelato. Nel giro di pochi minuti il bambino ha raccontato allo sconosciuto una storia fatta di maltrattamenti e abusi, sulla cui veridicità saranno adesso gli investigatori a dover far luce. L'uomo, infatti, ha creduto alle parole del bambino e non ha esitato un attimo a chiamare la polizia. Agli inquirenti, poi, il piccolo ha fornito ulteriori particolari su ciò che avveniva tra le mura di casa: secondo il racconto fatto alla polizia, infatti, le punizioni che i genitori avrebbero riservato ai figli andavano da aggressioni verbali al percuoterli con un bastone e un manico di scopa, fino a gesti gratuiti come il costringerli a sostenere dei pesi per ore, restando chiusi al buio in una stanza. Del caso, oltre alla procura di Arezzo, si sta occupando anche il tribunale dei minori di Firenze, che dovrà valutare la possibilità di revocare la patria potestà ai due nigeriani.
Si tratta del terzo caso di violenze che ha riguardato la Toscana nel giro di pochi giorni: prima i maltrattamenti subiti da alcuni bambini di una scuola dell'infanzia della provincia di Pistoia episodi che hanno portato un'educatrice di Montale agli arresti domiciliari - e poi l'orribile vicenda di Scarperia, dove un giovane padre ha ucciso a colpi di coltello il figlioletto di appena un anno
al termine dell'ennesimo litigio familiare con la moglie, rimasta invece gravemente ferita. Questa volta, per fortuna, il gesto coraggioso di un bambino potrebbe aver salvato la sua vita e quella dei suoi due fratellini.
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