"Della legge sul biotestamento ho parlato con il mio don, il mio prof di religione, che è uno molto rigoroso, attento a sottolineare l’appartenenza alla dottrina: anche lui dice che, coi livelli raggiunti dalla scienza, impedire il fine vita rischia di essere anticristiano". Matteo Renzi interviene così sul tema del fine vita dopo le parole di Papa Francesco sull'accanimento terapeutico.
"Sono d’accordo col Santo padre", ripete il segretario del Pd che, parlando con i suoi collaboratori della legge sul biotestamento: "Vedrete: la approveremo". Legge che in aprile è passata alla Camera grazie ai voti di Pd, Si, Mdp e Cinquestelle ma, da allora, ricorda La Stampa, giace in Senato dove non può essere discussa se prima non passa la legge di bilancio che sarà licenziata tra il 28 e 29 novembre. "Il biotestamento è uno dei nostri obiettivi prioritari", garantisce il capogruppo dem di Palazzo Madama, Luigi Zanda anche se, da qui alla fine della legislatura le priorità sono tante: dallo Ius soli alla modifica dei regolamenti parlamentari.
"Dobbiamo provarci – insiste però Zanda – dobbiamo tentare di approvare il testo così com’è, perché chi propone modifiche non vuole che venga approvato" ma dagli alfaniani arriva un no netto.
"Quel testo va corretto, così non lo votiamo", dice Maurizio Lupi, mentre per il ministro Lorenzin "la legge va migliorata". Poi ci sono i Cinquestelle che hanno approvato il provvedimento alla Camera ma sono sempre pronti a rimangiarsi la parola come successo con lo ius soli, ricorda Zanda.
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