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"Bisogna combattere le migrazioni di massa". L'imam contro l'islamismo e il modello francese

L'imam Chalghoumi: "Se sono garantiti istruzione e lavoro, non vengono in Italia"

"Bisogna combattere le migrazioni di massa". L'imam contro l'islamismo e il modello francese

«Combattiamo gli islamisti. L'immigrazione va regolamentata». Hassen Chalghoumi, presidente della Conferenza degli imam di Francia che si trova in Italia per presentare il suo ultimo libro «Liberare l'Islam dall'islamismo», condanna «le migrazioni di massa» e le primavere arabe che hanno creato conflitti importanti come in Libia. La Tunisia, il suo Paese d'origine, vive una situazione molto complessa dettata dagli 800mila africani che, attualmente, vi arrivano con la speranza di trovare un modo di raggiungere l'Europa. «Il Mediterraneo è diventato un cimitero. È una vergogna per l'umanità», denuncia Chalghoumi, riferendosi al naufragio dei migranti avvenuto il 26 febbraio scorso nei pressi di Crotone, più precisamente a Cutro. L'imam è sempre più convinto che il fenomeno vada affrontato alla fonte «nei Paesi dove ci sono i conflitti» anche perché «se lo Stato tunisino collassa, ci saranno migliaia di migranti».

La soluzione non può che essere quella di lavorare con i Paesi del Nord-Africa, soprattutto a livello di frontiera perché «se sono garantiti istruzione e lavoro, nessuno viene in Italia». L'Europa deve fare qualcosa «perché i trafficanti si approfittano di questi drammi». In questo contesto, le navi delle Ong che operano nel Mediterraneo svolgono un ruolo fondamentale: «Se salvano realmente le vite, allora spiega Chalghoumi - il loro lavoro è lodevole, ma se fanno il gioco degli scafisti è vergognoso». L'imam condanna fermamente un'immigrazione di massa, indiscriminata e che determina situazioni di degrado nelle quali i migranti che arrivano a Parigi o a Roma sono costretti a dormire per strada e senza un tetto sotto la testa. «È una mancanza di rispetto», sentenzia il presidente della Conferenza degli imam di Francia, convinto che l'immigrazione vada gestita attraverso flussi regolari anche a beneficio proprio dei migranti stessi «a meno che non ci sia un'emergenza umanitaria come in Siria». «Anche in Francia c'è immigrazione regolata, con l'ingresso caso per caso regolarizzando persone che meritano», spiega Chalghoumi riferendosi all'idea del governo Meloni di intensificare gli accordi con i Paesi del Nord Africa per incrementare l'arrivo di migranti regolari. «Chiunque può prendere il posto in Europa, purché vi sia l'integrazione», dice l'imam che critica il fenomeno, ancora troppo presente nelle grandi città francesi, delle banlieu. «In Francia non si è riusciti a fare un mix tra connazionali e stranieri», dice. Ma, poi, precisa: «C'è del razzismo in Francia, ma la Francia non è razzista». Casomai, è la sinistra radicale francese a «bloccare le nuove generazioni anche difendendo gli islamisti», continuando a puntare troppo il dito contro il colonialismo, quando invece si dovrebbe «guardare più all'avvenire». La verità, secondo Chalghoumi, è che gli stranieri sono «parte del problema, ma anche parte della soluzione».

Solo una vera integrazione e una vera cooperazione tra gli Stati europei e quelli del Nord Africa può dare i risultati sperati.

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