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Blitz Fbi a villa Trump, sequestrati 15 faldoni di documenti segreti. La furia di Donald. "È un altro Watergate"

L'Fbi irrompe nel tempio sacro del trumpismo e l'ex presidente americano grida al nuovo Watergate

Blitz Fbi a villa Trump, sequestrati 15 faldoni di documenti segreti. La furia di Donald. "È un altro Watergate"

L'Fbi irrompe nel tempio sacro del trumpismo e l'ex presidente americano grida al nuovo Watergate. Gli agenti federali si sono presentati a sorpresa nel resort di Mar-a-Lago a Palm Beach, in Florida, diventata la residenza ufficiale di Donald Trump da quando ha lasciato la Casa Bianca nel gennaio 2021, perquisendo la casa dell'ex Comandante in Capo, un raid clamoroso che non ha precedenti nella storia Usa. A dare la notizia bomba è stato lo stesso tycoon, mentre per ora nessuna conferma è arrivata dal dipartimento di Giustizia o dal Bureau.

LA PERQUISIZIONE

Gli agenti si sono recati a Mar-a-Lago mentre Trump era a New York, e si sono concentrati sugli uffici e sugli alloggi personali dell'ex presidente: hanno agito in base a un mandato approvato da un giudice, il che suggerisce che avevano probabili motivi per ritenere che fosse stato commesso un crimine. Non è chiaro cosa stessero cercando, ma il blitz è avvenuto nell'ambito delle indagini sui 15 scatoloni di documenti (tra cui potenzialmente alcuni classificati) che The Donald avrebbe portato via dalla Casa Bianca dopo la fine del mandato e che invece avrebbero dovuto essere consegnati agli archivi nazionali ai sensi del Presidential Records Act. Ma la perquisizione potrebbe pure avere a che fare con l'indagine sull'assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021, dopo che nelle settimane scorse il cerchio si è stretto attorno a Trump e il dipartimento di Giustizia ha iniziato a indagare sul suo comportamento nei giorni precedenti alla rivolta. Quel che è certo è che gli agenti - arrivati nella residenza intorno alle 10 di mattina di lunedì - hanno portato via scatole di documenti, e secondo quanto rivelato dalla Cnn hanno perquisito anche la cassaforte.

LE ACCUSE DI TRUMP

«Questi sono tempi bui per la nostra nazione, la mia bella casa, Mar-a-Lago a Palm Beach, è attualmente sotto assedio, perquisita e occupata da un folto gruppo di agenti dell'Fbi. Hanno persino fatto irruzione nella mia cassaforte!», ha tuonato l'ex presidente nel comunicato in cui ha rivelato il blitz, parlando di una «strumentalizzazione della giustizia e un attacco dei democratici di sinistra radicali che vogliono disperatamente evitare che mi candidi alle elezioni del 2024». «Dopo aver lavorato e collaborato con tutte le principali agenzie governative questo raid non annunciato nella mia residenza non era né necessario né appropriato», ha aggiunto, parlando di un nuovo Watergate. «Qual è la differenza tra questo e il Watergate? - si è chiesto - L'unica differenza è che qui sono i democratici che hanno fatto irruzione nella casa del 45esimo presidente degli Stati Uniti. Cose del genere accadono solo nei Paesi del terzo mondo».

LA FURIA DEI REPUBBLICANI

Dopo il raid dell'Fbi nella residenza di Trump i repubblicani sono partiti all'attacco, e alcuni di loro chiedono addirittura un taglio al budget dell'agenzia e del dipartimento di Giustizia. «Ho visto abbastanza, il dipartimento di Giustizia ha raggiunto uno stato intollerabile di politicizzazione armata», ha twittato il leader della minoranza del Grand Old Party alla Camera, Kevin McCarthy. «Quando i repubblicani riprenderanno la Camera - ha aggiunto - condurremo un controllo immediato di questo dicastero, seguiremo i fatti e non lasceremo nulla di intentato». Tra chi chiede un taglio dei fondi, una delle voci più dure è quella della deputata ultraconservatrice della Georgia Marjorie Taylor Greene, che su Twitter ha domandato persino l'impeachment del presidente Joe Biden, accusando i democratici di «radicalizzare le forze dell'ordine federali per eliminare i nemici politici». Quindi ha postato l'immagine di una bandiera americana capovolta seguita da un grido di battaglia in maiuscolo: «Defund the Fbi!».

LE CONSEGUENZE DEL BLITZ

L'irruzione dell'Fbi sta scatenando una bufera politica che il tycoon potrebbe usare per alimentare la sua probabile candidatura alla Casa Bianca nel 2024, visto che in passato le indagini contro Trump (già messo sotto accusa due volte) non hanno fatto altro che aumentare il suo consenso tra i sostenitori. La notizia della perquisizione è uno dei colpi di scena più sconcertanti nella storia dell'ex presidente Usa, e ora potrebbe diventare il cavallo di battaglia della sua campagna elettorale, oltre a rischiare di infiammare ulteriormente gli animi in una nazione profondamente divisa, con milioni di fan di Trump che credono alla teoria delle elezioni rubate. Lui, intanto, non ha perso tempo, pubblicando subito un video di 4 minuti sul suo social media Truth in cui afferma: «Siamo una nazione in declino, una nazione che sta fallendo, che per molti versi è diventata uno scherzo. Ma presto torneremo ad essere grandi».

Parole accompagnate da una musica apocalittica, con tanto di rumori di pioggia e tuoni, e da immagini del ritiro degli Usa dall'Afghanistan, di trivelle petroliferi e dell'aumento di casi di Covid, alternate a fotogrammi dei suoi comizi.

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