
Il raid israeliano contro Hamas a Doha scatena l'ira del Qatar, dei paesi arabi, e persino Donald Trump lancia un insolito rimprovero all'alleato. "L'attacco sul nostro territorio non può che essere considerato un atto di terrorismo di stato compiuto personalmente da Benjamin Netanyahu nell'ambito dei suoi continui tentativi di minare la sicurezza e la stabilità della regione", tuona il premier e ministro degli Esteri del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, precisando che gli Usa li hanno informati "dieci minuti dopo" il blitz. Il presidente americano non cela la sua frustrazione per l'azione di Bibi, che potrebbe vanificare i suoi piani diplomatici nella regione, e afferma: "Sono molto turbato. Vogliamo indietro gli ostaggi, ma non sono entusiasta di come è andata".
Trump rivela di non essere stato informato in anticipo dell'attacco al paese mediatore cruciale nei negoziati tra Israele e Hamas per porre fine alla guerra a Gaza. "Questa è stata una decisione presa dal premier Netanyahu, non da me - aggiunge - Bombardare unilateralmente il Qatar, una nazione sovrana e stretto alleato degli Stati Uniti, che sta lavorando duramente e correndo coraggiosamente rischi con noi per mediare la pace, non favorisce gli obiettivi di Israele o dell'America". Poi cerca di aggiustare il tiro, dicendo che comunque eliminare Hamas era un "obiettivo meritevole". Mentre il Canada fa sapere che "sta valutando" le sue relazioni con Tel Aviv. Fonti della difesa e dell'intelligence israeliane, pur esprimendo scetticismo sul raggiungimento degli obiettivi prefissati, sottolineano che, "a prescindere dal risultato, un obiettivo è stato raggiunto: instillare paura nei leader di Hamas e dimostrare loro che non c'è un luogo in cui possano nascondersi". "La dottrina di sicurezza di Israele è chiara: il suo lungo braccio agirà contro i suoi nemici ovunque - assicura il ministro della difesa Israel Katz - non c'è nessun posto in cui possano nascondersi", con Netanyahu che giustifica l'operazione: "Abbiamo fatto come gli Usa dopo l'11 settembre". Al Thani, afferma che "i negoziati sono sostenibili dopo quanto avvenuto". "Abbiamo compiuto ogni sforzo per garantire il successo delle trattative su Gaza. Abbiamo fatto tutto il possibile per fermare l'aggressione contro la Striscia", chiosa.
Anche Riad, tramite il ministero degli Esteri, "condanna e denuncia con la massima fermezza la brutale aggressione israeliana e la flagrante violazione della sovranità dello stato fratello del Qatar", a cui l'Arabia Saudita esprime la sua "piena solidarietà". E se la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen rivela che proporrà all'Unione di sospendere parzialmente l'accordo di associazione con Israele, il ministro degli Esteri di Tel Aviv Gideon Sa'ar definisce le sue parole "spiacevoli", e alcune "influenzate dalla propaganda mendace di Hamas e dei suoi alleati". Intanto al Palazzo di Vetro dell'Onu la riunione di emergenza chiesta per ieri da alcuni paesi tra cui l'Algeria è stata posticipata (probabilmente a oggi) per permettere al premier di Doha di partecipare.
Il segretario generale Antonio Guterres condanna l'attacco di Netanyahu definendolo una "flagrante violazione" della sovranità del Qatar, e sottolineando che "tutte le parti dovrebbero lavorare per raggiungere un cessate il fuoco permanente a Gaza, non per distruggerlo".