"Bloccare i porti sconfigge i trafficanti In Libia centri moderni per i controlli"

L'ambasciatore a Tripoli: «Con Salvini lavoreremo per la stabilità»

"Bloccare i porti sconfigge i trafficanti In Libia centri moderni per i controlli"

L'ambasciatore italiano a Tripoli, Giuseppe Perrone, parla chiaro nell'intervista esclusiva al Giornale sulla linea dell'Italia nella lotta all'immigrazione clandestina che parte dalla Libia.

Cosa è successo con la nave della Ong Lifeline al largo della Libia?

«C'è stata una formale assunzione di responsabilità da parte della guardia costiera libica su tre operazioni Sar (ricerca e soccorso) al largo della costa a est di Tripoli. Nonostante ciò, la nave della Ong ha deciso di procedere comunque al recupero (dei migranti ndr) come ha dichiarato sui social il ministro dell'Interno Matteo Salvini».

Il caso Lifeline è simile a quello precedente dell'Aquarius. La chiusura dei porti italiani è un buon deterrente?

«Nel caso dell'Aquarius il portavoce della Marina libica ha considerato la misura della chiusura dei porti come un'efficace deterrenza nei confronti dei trafficanti».

La presenza delle navi delle Ong al largo della Libia fanno da effetto calamita per i gommoni?

«Non sono nella mente dei trafficanti. Preferisco sottolineare che la responsabilità dei salvataggi va assunta fino in fondo soprattutto se avviene nella zona Sar libica. La nave che recupera i migranti non può limitarsi al soccorso. Le Ong devono porsi il problema di dove portare i migranti».

Quando arriva il vicepremier Salvini in Libia?

«Nei prossimi giorni entro la fine del mese. È una visita molto importante tenendo conto che si tratta del vice presidente del Consiglio. Si discuterà della linea di tolleranza zero nei confronti del traffico di esseri umani. La visita è anche una conferma che per l'Italia la Libia è prioritaria e abbiamo un ruolo pure sul versante politico per favorire la stabilità del paese. La nostra è l'unica ambasciata occidentale che lavora a pieno ritmo da un anno e mezzo».

Teme nuove battaglie navali fra Ong e libici?

«Purtroppo sono già capitate. Se la responsabilità dell'evento Sar viene acquisita dalla Guardia costiera libica bisogna evitare di ingaggiare una competizione nel salvataggio dei migranti».

La Guardia costiera riesce a fare da argine?

«Finora ha fatto argine. Le partenze sono crollate in maniera vertiginosa sull'ordine dell'80% rispetto allo scorso anno. E non dimentichiamo che il personale libico viene spesso minacciato dai trafficanti. Uno dei temi della visita del vicepremier Salvini sarà come accelerare la messa a disposizione di equipaggiamenti e la formazione dei libici per migliorare gli standard operativi».

I centri di detenzione dei migranti in Libia sono dei postacci. Domenica si riuniscono i Paesi Ue coinvolti nel problema immigrazione. Si pensa ad hotspot in Libia?

«Nei centri in Libia c'è stato un miglioramento delle condizioni di vita anche grazie all'intervento di Ong italiane.

Un altro progetto molto importante è la realizzazione di un centro di transito a Tripoli, che ho visitato. È ancora in costruzione, ma nel centro potrà operare personale dell'Onu che selezionerà chi ha diritto all'asilo e chi no».

www.gliocchidellaguerra.it

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