Elezioni politiche 2022

Dal blocco navale ai decreti Sicurezza, doppio binario Meloni-Salvini sui migranti

La leader di Fdi: basta mettere sullo stesso piano clandestini e profughi. Forza Italia spinge invece per un "Piano Marshall della Ue per l'Africa"

Dal blocco navale ai decreti Sicurezza, doppio binario Meloni-Salvini sui migranti

Il tema della sicurezza, e quello ad esso collegato dell'immigrazione clandestina, torna nell'agenda della campagna elettorale del centrodestra. Gli sbarchi degli ultimi giorni sottolineano l'urgenza di una soluzione che il prossimo esecutivo non potrà non affrontare.

«Il problema degli sbarchi «si deve affrontare a monte, con quello che abbiamo sempre chiamato blocco navale», dice la leader di FdI, Giorgia Meloni, a Studio aperto, su Italia 1, spiegando che si tratterebbe di «una missione europea da concordare con le istituzioni europee per trattare insieme alla Libia la possibilità che si fermino i barconi in partenza, l'apertura in Africa, in territorio libico o altro di hotpsot, la valutazione in Africa di chi ha diritto a essere rifugiato e chi invece è immigrato irregolare, la distribuzione eventuale dei veri profughi e rispedire indietro gli altri». «Questo - aggiunge - è l'unico modo serio di affrontare il tema, bisogna smetterla di considerare due cose molto diverse, i profughi e gli immigrati irregolari, come la stessa cosa. È una falsità che ha costruito la sinistra in questi anni e ci porta nel caos in cui ci troviamo».

Un'ipotesi, questa, che è riuscita subito a sollecitare le reazioni più critiche da parte di tanti esponenti del mondo politico di sinistra. Si va da Laura Boldrini che definisce la proposta della Meloni un vero «atto di guerra», all'eurodeputato dem Sandro Gozi che paragona la proposta meloniana alla «corazzata Potemkin di fantozziana memoria», fin a Osvaldo Napoli di Azione che parla del blocco come di un «classico esempio di populismo».

È la stessa leader di Fratelli d'Italia a rispedire le accuse e le critiche ai mittenti. E lo fa ricordando sulla sua pagina Facebook il titolo in prima pagina dell'Unità del 26 gennaio del 2017: «Ue: blocco navale in Libia contro le morti in mare». «Quel titolo - spiega la leader di FdI - sintetizzava le proposte della Commissione europea per fermare i flussi migratori. Il Blocco navale europeo in accordo con le autorità del nord Africa che da anni propone Fratelli d'Italia altro non è che l'attuazione di quanto proposto dall'Unione Europea già nel 2017 e ribadito numerose altre volte. Chi oggi blatera che il Blocco navale non si può fare perché è un atto di guerra dimostra la sua totale ignoranza sul tema immigrazione» .

La Lega intanto fa sapere che sulla questione ha già detto il necessario lo stesso Salvini quando nei giorni scorsi ha ricordato non soltanto il suo impegno da ministro dell'Interno ma anche i Decreti sicurezza. «Noi al governo abbiamo già azzerato gli sbarchi e dimezzato i morti coi decreti sicurezza - spiegano alla Lega - , che fra due mesi riproporremo identici. Possiamo quindi vantare risultati concreti, riconosciutici in Europa, e ogni suggerimento degli alleati sarà per noi prezioso».

Più morbida, e più in linea con l'Unione europea, la posizione di Forza Italia. «La vera scommessa sull'immigrazione - ricorda Silvio Berlusconi - si vince evitando, come avevano fatto i nostri governi, le partenze dei migranti delle coste africane. Per questo chiedo da anni all'Ue di stipulare accordi in tal senso con i Paesi africani che si affacciano sul Mediterraneo. Da anni insisto anche per un piano Marshall per l'Africa, che offra a questi popoli un avvenire di benessere nelle loro terre».

D'altronde, ricorda la capogruppo degli azzurri al Senato Anna Maria Bernini, «meglio non far arrivare i migranti, se non possono essere trattati da esseri umani, e le scene che ogni giorno ci arrivano da Lampedusa sono semplicemente crudeli, perché non si possono stipare duemila persone in un hotspot che ne può contenere 350.

E il problema non riguarda solo i migranti, ma anche chi li deve assistere, come le forze di polizia, costrette a turni massacranti e a pagare spesso di tasca propria interpreti e mediatori culturali». pfb

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