Nelle carte della parte siciliana dell'inchiesta sugli affari di Paolo Arata che hanno inguaiato il sottosegretario Armando Siri, spunta anche un curioso episodio risalente a un anno prima che il caso diventasse di dominio pubblico. Una nota della Dia rivela che Arata si era presentato alla sede di Trapani per raccotnare di un incontro con Vito Nicastri, il re dell'eolico siciliano, a cui all'epoca era già stato sequestrato oltre un miliardo di euro con il sospetto che l'imprenditore avesse finanziato la latitanza di Matteo Messina Denaro. Arata, secondo LiveSicilia, si disse preoccupato per quell'incontro sul lavoro con una persona in odore di mafia. La Dia registrò il racconto in una relazione di servizio oggi agli atti dell'inchiesta.
All'epoca, si scoprì dopo, Arata era già in società con Nicastri. Con la Dia il politico siciliano avrebbe tentato un vero e proprio bluff, magari con l'intento di intuire quanto gli investigatori sapessero sui suoi affari «eolici».
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