Gli industriali provano a entrare nella partita delle elezioni. Venerdì 16 febbraio prossimo a Verona, al termine della giornata dedicata alle Assise Generali 2018, Confindustria presenterà la sua agenda economica. Sarà lo stesso presidente Vincenzo Boccia a parlarne in una conferenza stampa che chiuderà la giornata. L'idea dell'agenda è quella di fornire al futuro governo del Paese l'elenco delle priorità degli industriali italiani, in termini di fisco, export, lavoro, welfare.
Il documento sarà il risultato-sintesi dei sei tavoli di lavoro organizzati per l'occasione a Veronafiere, che a loro volta derivano dalle «pre-assise»: una dozzina di appuntamenti sul territorio, nei quali, in questi ultimi mesi, gli industriali hanno discusso e selezionato le loro proposte per la crescita del Paese. Proposte che però, visto il particolare momento in cui arrivano, a soli 15 giorni dalle elezioni, assumono una particolare valenza politica: per chi voterà Confindustria? E sarà ancora in grado di muovere gli equilibri?
L'intento di Boccia, con queste Assise, è proprio questo: dopo la brutta esperienza del referendum costituzionale del 2016, perso malamente quando da neo presidente, insieme con il direttore generale Marcella Panucci, aveva schierato gli industriali al fianco di Matteo Renzi, questa dovrebbe essere l'occasione per raddrizzare il tiro.
Non a caso era dal 2011 (Emma Marcegaglia presidente) che non si tenevano le Assise Generali; e sempre non a caso è stata scelta Verona, città governata dalla Lega e posta al centro di un'area geografica del Nord dove il Centrodestra è dato sicuro vincitore nella quasi totalità dei collegi uninominali. In questo senso si può leggere anche l'appoggio di Boccia, già reso esplicito, al più forte dei progetti di politica economica dell'asse Berlusconi-Salvini: la flat tax, vista come un ottimo progetto di semplificazione fiscale. D'altra parte, specie dopo la «sberla» del referendum, Confindustria fa i conti con una base il cui cuore batte da sempre più a destra che a sinistra.
Ma se l'obiettivo «interno» è chiaro, vale a dire quello di riaggregare gli industriali intorno a un'agenda per il Paese (l'idea è superare le 6mila presenze dell'era Marcegaglia), molto meno scontato è quello esterno: riprendere, di fronte alla contesa elettorale, quel peso in termini di rappresentatività che Confindustria ha avuto in passato. La strada è dunque in salita. Anche perché Boccia non è riuscito a portare in assise il suo «patto della fabbrica», la riforma del sistema contrattuale con i sindacati confederati che si è un po' persa per strada e che poteva invece rappresentare un punto di forza, la carta vincente da giocare per rientrare in partita.
Le Assise serviranno comunque a misurare le potenzialità di Confindustria nello scenario che
si aprirà dopo il 4 marzo.E a stabilire anche nuovi equilibri interni. Pochi mesi dopo, infatti, cadrà per Boccia la scadenza del «mid term», dalla quale prenderà il via un secondo biennio che promette molti cambiamenti.
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