Boko Haram, altro orrore: bambini come bombe

La Jihad mette in ginocchio la Francia, ma non risparmia neppure l'Africa nera. Nella Nigeria nord-orientale è di almeno 20 morti e 18 feriti il bilancio provvisorio di un attentato suicida messo a segno addirittura da una bambina di 10 anni, ieri attorno alle 13, al mercato di Maiduguri, capitale dello Stato di Borno, roccaforte dei terroristi islamici Boko Haram. La bambina era stata fermata all'ingresso del mercato perché i metal detector aveva rivelato che nascondeva qualcosa, ma gli uomini della sicurezza non hanno fatto in tempo ad intervenire perché l'ordigno è esploso pochi istanti dopo. Secondo le indagini non sarebbe stata la bambina ad azionare le bombe, ma un terrorista con un radiocomando a distanza di sicurezza. Per la cronaca lo stesso mercato di Maiduguri venne colpito da altre due ragazze kamikaze a novembre, mentre una terza, che non azionò per un puro caso la cintura esplosiva che nascondeva sotto il niqab, raccontò di essere stata obbligata dai genitori ad immolarsi. Situazioni aberranti in una Nigeria messa a ferro e fuoco dai terroristi. Lo scorso 7 gennaio, quando il mondo intero era sintonizzato su Parigi, Boko Haram massacrava più di 2mila persone nel nord-est, distruggendo la città di Baga e assumendo il controllo di una base militare strategica. Il gruppo che fa capo a Abubakar Shekau sta tentando di entrare nel Chad, mentre tiene in scacco da alcune settimane l'esercito del Camerun, avanzando verso la città di Maroua e minacciando di morte persino il presidente Paul Biya. Lo scorso agosto i terroristi avevano persino rapito la moglie del vice premier del Camerun.

Se nell'ovest dell'Africa l'islam radicale nero sta creando un'autentica ecatombe, purtroppo la situazione non è migliore a est, terra di conquista dei somali di Al Shabaab. Venerdì a Mogadiscio i miliziani di Fuad Mohammed Khalaf «Shangole» hanno giustiziato quattro persone accusate di essere spie della Cia. L'offensiva dell'esercito regolare non sembra in grado di frenare l'avanzata dei guerriglieri che ormai da mesi hanno messo nel loro mirino il Kenya.

Il presidente del Paese Uhru Kenyatta, dopo l'ultimo attentato che ha provocato lo scorso dicembre a Mandera 36 vittime, ha rimosso il capo della polizia e il ministro degli Interni, accusandoli di non essere in grado di combattere il terrorismo di matrice islamica. Kenyatta teme soprattutto attentati nelle zone turistiche del Paese. Da sempre la principale fonte di reddito per le casse dello stato.

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