Politica

Boldrini in campo per fermare la riconferma di Orban

Per l’ex presidente della Camera il voto in Ungheria potrebbe chiudere una fase di oscurantismo nel cuore dell’Europa

Boldrini in campo per fermare la riconferma di Orban

Laura Boldrini in campo per frenare la riconferma di Orban. Le elezioni politiche in Ungheria riportano sulla scena l’ex presidente della Camera dei deputati che non rinuncia a esprimere, nel giorno del voto a Budapest, le proprie "pagelle di democrazia".

La deputata, femminile di deputato, per cui lei stessa si era battuta quando occupava lo scranno più alto di Montecitorio, questa volta fa sentire la propria voce per cercare di ostacolare la riconferma di chi, a suo parere, avrebbe governato in modo poco democratico.

Secondo la parlamentare del Pd l’attuale primo ministro ungherese avrebbe infatti“cancellato l’autonomia della magistratura, introdotto il reato di solidarietà, azzerato i media indipendenti e calpestato i diritti civili”. Per tale ragione Boldrini chiede uno scatto di orgoglio al popolo magiaro, mettendo così fine a un esecutivo riconosciuto a quelle latitudini da ben 12 anni.

A parere della deputata in caso di sconfitta di Orban verrebbe indebolito quel fronte da alcuni definito "meno moderato" a Bruxelles. Il partito del premier ungherese si era distinto per essere fuoriuscito dal Ppe perché lo riteneva troppo appiattito sulle posizioni della sinistra. Ecco perché, secondo l'ex presidente della Camera,“il voto in Ungheria può chiudere una fase di oscurantismo nel cuore dell’Unione Europea”.

In questo modo, però, ne gioverebbe un altro conservatore. Lo sfidante di Orban è Peter Marky-Zay, che pur avendo messo al primo punto nel suo programma “riportare il paese su una via europea”, ha posizioni che poco hanno a che vedere con il moderno progressismo. Nonostante ciò diversi sono gli appelli trasversali provenienti da diversi angoli del pianeta a suo favore.

In Ungheria e non solo, infatti, è in corso una sorta di tutti contro Orban, a cui la stessa Boldrini non ha voluto rinunciare a dare il proprio contributo. Considerando le posizioni del premier ungherese, in particolare sui migranti, in contrasto con quanto predicato dalla sinistra italiana, non è certamente una sorpresa la scelta della deputata Pd.

Il vero interrogativo, però, sarà se l’ulteriore appello dell’ex presidentessa della Camera abbia contribuito a dare quel quid in più utile a mandare a casa un premier che definisce antidemocratico e causa di oscurantismo.

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