Quando si parla di soldi e di politica la polemica è garantita. Ed è esplosa tra il Movimento 5 Stelle e la presidente della Camera Laura Boldrini a causa dei vitalizi, caso vuole, proprio quando si apprende che il decantato tetto agli stipendi dei dipendenti di Montecitorio, è stato bocciato.
Primo, la consueta polemica di mezza estate lanciata dai grillini. «I politici non vogliono in alcun modo sbarazzarsi degli enormi privilegi di cui godono, come i vitalizi. La presidente della Camera, Laura Boldrini, ha dichiarato inammissibile l'ordine del giorno M5S che ne chiedeva la soppressione», scrivono in una nota. E apriti cielo. La Boldrini va su tutte le furie. Lei, che del sostegno agli ultimi (in salsa radical chic, of course) ha fatto una bandiera, replica piccata: «Ci vuole molta fantasia ad immaginare che io sia rappresentante della casta e sia qui a difendere i presunti privilegi della casta», risponde la presidente. Ma la polemica di mezza estate, anche un po' stucchevole, non finisce qui. Perché proprio nella «casa» della neo paladina anticasta succede un pasticciaccio. La commissione giurisdizionale per la tutela dei dipendenti di Montecitorio infatti ha bocciato il tetto agli stipendi per i dipendenti della Camera con emolumenti «più bassi», come commessi, documentaristi e addetti al bar della buvette.
La Camera ha presentato appello contro la commissione (composta da deputati in maggioranza Pd, ndr ), ma stando così le cose, se a fine carriera i funzionari di alto livello avranno uno stipendio lordo annuo di 240mila euro (tetto massimo fissato per legge) un documentarista potrà arrivare a 237mila perché loro, a differenza dei «graduati» potranno incrementare gli emolumenti.Altro effetto della sentenza, per nulla secondario, è l'addio di fatto alla tanto sbandierata spending review . Se l'appello non sarà accolto addio a tagli previsti per ben 13 milioni di euro.
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