Gian Maria De Francesco
Roma Un processo di rimozione collettiva: probabilmente è questo il meccanismo psicologico alla base della scelta di politici e giornalisti di non utilizzare la parola «Islam» in relazione all'attentato di Nizza. Difendere il mito dell'integrazione dei popoli e della solidarietà impone di chiudere gli occhi dinanzi alla realtà. Come ha fatto il presidente della Camera, Laura Boldrini. «Orrore e sgomento per il grave atto di terrore a Nizza frutto di feroce fanatismo», ha scritto su Twitter per esprimere la propria solidarietà alle famiglie delle vittime e alla Francia. Giusto, ma manca un piccolo dettaglio: il fanatismo è islamico vista l'origine tunisina del francese Mohamed Bouhlel. Una scelta terminologica che molti follower le hanno rimproverato così come l'hanno rimproverata a Gad Lerner che, sempre su Twitter, ha scritto: «Il sangue innocente di Nizza, basta un Tir suicida che si abbatte sul nostro formicaio umano». In realtà, il tweet rimandava a una più approfondita analisi contenuta sul suo blog nella quale, pur stigmatizzando le posizioni di chi invoca «la militarizzazione della nostra società», si sottolinea l'importanza di «estirpare il cancro alla radice, tra la Mesopotamia e il Golfo». Anche se si può sorvolare sull'espressione «Tir suicida» usata sul social network, utilizzata probabilmente per evidenziare la vocazione al massacro degli jihadisti, ben più problematico (e snob) è quel «formicaio umano» come metafora della Promenade des Anglais. «Certamente i luoghi frequentati dai radical tipo lei non sono formicai», gli risponde una follower.
Molto più difficile interpretare (e spiegare) la scelta del sito Internet di Repubblica che per tutta la giornata ha tenuto in homepage il titolo «Strage Nizza, camion sulla folla». Forse osare qualcosa di più, seppur con tutte le cautele del caso, si sarebbe potuto.
In fondo, Repubblica non è un Nicola Zingaretti (governatore del Lazio) o un Alfredo D'Attorre (minoranza Pd) qualunque. Entrambi hanno espresso «sgomento» e auspicato la difesa ei «valori universali del 14 luglio». L'Islam? Non c'entra, avrebbe rovinato il quadro idilliaco.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.