I piccoli corpi coperti da teli termici riflettono la luce intermittente dei lampeggianti. Nel buio ancora fresco dell'alba, i pompieri avanzano tra le macerie con un'attenzione quasi paterna, come se ogni passo fosse un'offesa, come se il silenzio imposto dalla morte di tre bambini chiedesse rispetto più che pietà. A Ternopil, ieri mattina, l'odore acre del fumo aveva un nome preciso: ritorsione. L'attacco che nella notte tra il 18 e il 19 novembre ha devastato il cuore dell'Ucraina occidentale non è soltanto uno dei raid più violenti condotti dalla Russia dall'inizio della guerra: è la risposta diretta ai quattro missili Atacms americani lanciati martedì contro la città russa di Voronezh. Mosca sostiene di averli abbattuti, grazie ai sistemi S-400 e Pantsir. Ma la contro-reazione è arrivata comunque, calibrata, massiccia e soprattutto simbolica. Un attacco combinato di 48 missili e oltre 470 droni, partiti dalle regioni russe di Vologda e Astrakhan, ha investito in pieno diverse città ucraine ben lontane dal fronte attivo: Ternopil, Khmelnytskyi, Ivano-Frankivsk, Leopoli. Le regioni dell'ovest, quelle che molti ucraini avevano scelto come rifugio sicuro nei mesi più bui del conflitto. Ma è Ternopil ad aver pagato il prezzo più alto: due palazzi residenziali da 75 appartamenti sono stati sventrati dai missili da crociera Kh-101, gli stessi che nel luglio 2024 avevano colpito l'ospedale pediatrico Okhmatdyt a Kiev. In uno degli edifici gli ultimi piani sono praticamente spariti: stanze ancora intatte fino all'altra sera ora sembrano come pagine strappate da un libro. Nell'altro, un incendio ha incenerito decine di appartamenti dal basso verso l'alto, lasciando un guscio annerito e vuoto. Il bilancio è pesantissimo: 25 morti, tra cui tre bambini. Oltre 100 feriti, 21 dei quali minori. Le Forze Aeree ucraine parlano di 134 feriti nel complesso del raid che ha colpito più regioni. Un video circolato sui social mostra l'arrivo del missile: non sembra esserci intercettazione, si sente nitidamente il sibilo del motore, si vedono trappole infrarosse sparate in sequenza. Poi l'impatto, e il buio pesto.
"Più di 470 droni e 48 missili contro l'Ucraina in una sola notte", ha detto Zelensky dalla Turchia. "La Russia non si fermerà mai da sola. Il suo obiettivo è continuare a uccidere, distruggere la vita delle persone anche nel sonno, come a Ternopil". Gli attacchi hanno provocato blackout estesi e danni a infrastrutture civili e energetiche. Squadre di emergenza sono al lavoro anche di notte per evitare il collasso della rete elettrica locale. Per Mosca "sono state colpite solo caserme". Anche le bugie si vergognano accartocciandosi.
Il raid ha avuto conseguenze anche oltre il confine ucraino. In Polonia, per motivi precauzionali, gli aeroporti di Rzeszow e Lublino sono stati temporaneamente chiusi, mentre aerei militari polacchi e alleati si sono alzati in volo per monitorare la situazione. Il ministro della Difesa di Varsavia Kosiniak-Kamysz ha annunciato inoltre un piano per schierare 10mila soldati a protezione delle infrastrutture critiche del Paese, nel timore di sabotaggi o incidenti derivanti dal conflitto sempre più imprevedibile appena oltre la frontiera orientale. Concordata inoltre un'intesa con Kiev per contrastare gli atti di sabotaggio.
Sul terreno resta difficile la situazione a
Pokrovsk, dove ieri si è recato il comandante Syrskyj. Mosca riferisce di aver preso il controllo del tratto dell'autostrada Hulyaipole-Malynivka e che i suomini avanzano verso i confini orientali in direzione Zaporizhzhia.