
È la nona volta dall'inizio dell'anno che la Russia bombarda i centri di reclutamento ucraini. Ieri i missili di Mosca hanno colpito quello di Goncharovskoye, nel Chernikiv, distante una manciata di chilometri dalla caserma dove lo scorso 14 luglio vennero trucidati 10 mercenari compreso l'italiano Artyom Naliato. L'impatto di due missili Iskander ha provocato la morte di almeno una dozzina di reclute e il ferimento di altre 180, anche se, come la narrazione ci sta insegnando da oltre 3 anni, Mosca parla di 200 "vittime", termine che fa pensare ai morti, ma che in realtà racchiude deceduti e feriti nel corso di un attacco.
Al netto di quanto accaduto, la Russia sta colpendo scientemente i centri di reclutamento allo scopo di peggiorare la percezione delle politiche di arruolamento in Ucraina, che da tempo vengono criticate dalla popolazione. In seguito a uno di questi attacchi (1° giugno), il capo delle forze di terra, il generale Drapatyi, venne sostituito dal maggiore Shapovalov. Dopo oltre tre anni di guerra per l'esercito di Kiev è sempre più difficile arruolare nuovi soldati e dare il cambio al fronte a quelli impegnati da tempo. La rotazione degli effettivi in prima linea e il reclutamento di forze fresche restano le priorità. La nuova legge sulla mobilitazione aveva abbassato dai 27 ai 25 anni l'età minima per la leva, con l'impedimento agli uomini fra i 18 e i 60 anni di lasciare il Paese. Ma in base ad alcune stime oltre il 15% degli arruolabili non si è presentato, e a pesare non è solo la scelta di non imbracciare il fucile, ma anche l'incertezza sui tempi di permanenza al fronte. Sull'argomento è intervenuto ieri il neo ministro della Difesa di Kiev Shmyhal, affermando che non esistono arruolamenti coattivi, ma qualcuno fuggito all'estero sostiene il contrario, e che "il 90% della mobilitazione è su base volontaria". Shmyhal ha anche annunciato lo sviluppo di armi balistiche.
Al netto delle querelle, il conflitto continua e come riferisce il Comando dell'Aeronautica, droni e missili russi sono stati lanciati ieri in nove regioni, compresa quella di Kiev. Per fortuna non si segnalano morti tra i civili. Le truppe di Mosca stanno ammassando uomini a Tendrivska e Kinburn e hanno attaccato il porto di Ochakov per tentare di assaltare l'oblast di Mykolaiv e colpire le aree di Odessa. Zelensky (foto), che parla di nuovo pacchetto di sanzioni contro la flotta ombra russa, spera che la situazione possa alleggerirsi con il sostegno Usa. Trump ieri ha ribadito dall'Air Force One (di rientro dalla Scozia) che alla scadenza del suo ultimatum di 10 giorni per una soluzione della guerra, le misure contro Mosca potrebbero prevedere sanzioni e dazi alle stelle. Gli risponde la presidente del Consiglio della Federazione Matviyenko, ricordando che "gli ultimatum sono ben lungi dall'essere un mezzo efficace per risolvere conflitti e contraddizioni. Se ce ne fosse bisogno, dovrebbero essere indirizzati alla parte ucraina. Sono loro a interrompere i colloqui di pace".
Tutto questo mentre il capo dell'Ufficio del presidente ucraino Podoliyak è convinto che Putin "potrebbe accettare un incontro con Zelensky solo se l'Occidente adotterà sanzioni più efficaci e misure mirate contro il suo entourage".