Bonomi stoppa i sindacati "Errore scioperare ora"

L'altolà di Confindustria: "Confrontiamoci". Il caro-benzina porterà un miliardo all'erario

Bonomi stoppa i sindacati "Errore scioperare ora"

I sindacati scendono in campo con la mobilitazione per chiedere modifiche alla manovra finanziaria. E Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, risponde: «Proclamare uno sciopero in questo momento è una strada sbagliata».

Cgil, Cisl, Uil, al termine di un incontro svoltosi ieri mattina, hanno annunciato l'avvio di un percorso di mobilitazione con assemblee sui posti di lavoro, manifestazioni regionali e, se necessario, iniziative nazionali, «per sostenere le proposte e le piattaforme presentate al governo in questi mesi e nell'incontro del 26 ottobre alla presidenza del Consiglio» e «per modificare il tal senso la misure previste in legge di stabilità». In gioco ci sono soprattutto pensioni e lavoro, oltre a tasse, investimenti, ammortizzatori sociali e politiche attive del lavoro, temi dell'incontro di martedì terminato con una fumata nera. Le iniziative si svolgeranno «a partire dal deposito della legge di stabilità in Parlamento e avranno momenti di verifica entro il mese di novembre per rafforzare e ricalibrare, se necessario, la mobilitazione». «Non è il momento della protesta per la protesta. Dobbiamo portare a casa i risultati e produrre i cambiamenti alla manovra» ha chiarito Maurizio Landini, segretario nazionale della Cgil. Luigi Sbarra, numero uno della Cisl, dopo aver ribadito «l'insoddisfazione per il mancato dialogo» e che sulla manovra sussistono «poche luci e molte ombre», ha comunque invitato a evitare «fughe in avanti». Ma la Fiom ha già approvato un pacchetto di scioperi da otto ore.

Di tutt'altro avviso Bonomi che, intervenendo all'assemblea di Unindustria Calabria a Catanzaro, ha invitato i sindacati a «lavorare insieme». «La strada che ci indicano gli italiani è quella di mettersi a un tavolo. Dobbiamo confrontarci, magari anche in maniera aspra, ma lavorare insieme» ha sostenuto il presidente di Confindustria sottolineando che, anche se l'Italia sta crescendo a ritmi sostenuti, si tratta pur sempre di un «rimbalzo». «Torneremo ai livelli pre-Covid nel 2022, il che vuol dire essere quattro punti di Pil sotto il 2008, quindi la strada è ancora lunga. Come Paese dobbiamo avere una ossessione per la crescita» ha commentato Bonomi per poi aggiungere in merito alla manovra: «Tutto si giocherà si decreti attuativi: sarà quella la vera sfida. Ho apprezzato molto che il governo abbia voluto impostare una manovra espansiva, fatta in larga parte in deficit. Ma è bene ricordare che l'anno prossimo verranno rivisti il meccanismo del patto di stabilità, gli interventi della Bce, gli aiuti di Stato. E probabilmente non avremo più questa capacità di intervento». Il rappresentante degli industriali italiani ha poi auspicato che gli otto miliardi stanziati per il taglio delle tasse siano indirizzati alla riduzione del cuneo fiscale; ha indicato tra i nodi da sciogliere la patent box, la rivalutazione degli asset delle imprese, la patrimonializzazione delle aziende e sui «gravi errori del passato», individuati in quota cento e nel reddito di cittadinanza, ha attestato che si è dato avvio a «un inizio di modifica». Punti interrogativi, infine, sulle politiche attive del lavoro dove «c'è solo un abbozzo» e sulla riforma degli ammortizzatori sociali e, in particolare, della cassa integrazione.

In questo contesto l'ufficio studi della Cgia di Mestre ha fatto i conti in tasca all'erario, stimando che la ripresa degli spostamenti e all'impennata del prezzo della benzina portino quest'anno a un maggior gettito di un

miliardo di euro.

Un tesoretto che la Cgia invita il governo a restituire agli italiani, in particolar modo a chi utilizza un autoveicolo quotidianamente per lavoro, «aumentando, ad esempio, il credito di imposta sui carburanti».

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