Coronavirus

Boom di prime dosi spinte dall'obbligo "Solo tra i 50enni ieri sono triplicate"

Corre la campagna vaccinale. Sfiorati i 200mila casi, cala il tasso di positività ma cresce la pressione sui reparti. I dati dell'Iss: i No Vax nelle terapie intensive sono 25,7 volte più numerosi

Boom di prime dosi spinte dall'obbligo "Solo tra i 50enni ieri sono triplicate"

Se non ci fossero milioni di italiani ancora non vaccinati quasi sicuramente il Covid come argomento quotidiano in primo piano sarebbe già stato archiviato. Il Report settimanale dell'Istituto Superiore di Sanità conferma ancora una volta che a intasare i reparti d'emergenza sono i contagiati non protetti dalla profilassi. I pazienti Covid ricoverati nelle unità di terapia intensiva sono 25,7 volte più numerosi tra chi non ha neppure una dose rispetto a chi ha già ricevuto il booster, la terza dose di vaccino. L'Iss rileva che il tasso di ricovero nelle intensive è pari a 23,1 ogni 100mila abitanti per i non vaccinati, a 1,5 per i vaccinati da oltre 4 mesi, a 1 per i vaccinati con seconda dose somministrata meno di 120 giorni prima. Infine i pazienti con booster sono meno di uno, 0,9, ogni 100mila abitanti.

Cifre incontestabili che però nulla possono contro i timori irrazionali nutriti dai No Vax. Sembra invece che abbia avuto effetto il varo delle nuove restrizioni introdotte con l'ultimo decreto del governo. Il 7 gennaio sono state somministrate 65mila prime dosi di vaccino ovvero il 60% in più rispetto alla media giornaliera registrata nella settimana precedente, quella che va dal 31 dicembre al 6 gennaio. In particolare il commissario all'emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, sottolinea che nella fascia di età over 50 (quella interessata dall'obbligo vaccinale entrato in vigore con effetto immediato ieri, dopo la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale) il 7 gennaio le somministrazioni sono state 15.239: il triplo rispetto al numero medio registrato nei sette giorni precedenti, pari a circa 5.500 prime somministrazioni al giorno.

Insomma sembra non avesse tutti i torti chi insisteva sulla necessità dell'obbligo per riuscire a convincere i più riottosi. Una buona notizia alla luce dell'ultimo bollettino dei contagi che è ancora molto pesante. In 24 ore i nuovi casi di coronavirus sono stati 197.552 e 184 le vittime contro le 223 di due giorni fa. Numeri record per i tamponi effettuati: 1.220.266 di test, tra antigenici e molecolari. Il tasso di positività scende così al 16,2% contro il 22% di ieri. Ma la pressione sulle strutture sanitarie aumenta. I pazienti nelle aree mediche sono ora 14.930, più 339; in rianimazione sono 1.557, più 58.

E l'andamento dei contagi è in crescita da 11 settimane come confermato dal Report Iss: «Un aumento rapido e generalizzato». L'analisi focalizzata sulle ultime quattro settimane rileva «un aumento dell'incidenza settimanale in tutte le fasce d'età». Crescono anche i casi di reinfezione: «Dal 24 agosto 2021 al 5 gennaio 2022, sono stati segnalati 36.082 casi di reinfezioni, pari a 2% del totale dei casi notificati» ma nell'ultima settimana «si osserva un aumento della percentuale di reinfezioni che sale al 3,1% del totale dei casi segnalati rispetto al 2,4% della settimana precedente». Ovviamente anche per le reinfezioni sono più colpiti i non vaccinati rispetto ai vaccinati con almeno una dose e negli operatori sanitari, rispetto al resto della popolazione». Preoccupante anche l'aumento dei casi tra operatori sanitari rispetto al resto della popolazione: nell'ultima settimana sono stati oltre 6.000 in più, passando dall'1,8% al 2,1% del totale dei casi.

Infine il Report sottolinea che, dopo un periodo segnato da una maggioranza di contagiati tra i giovanissimi, nell'ultima settimana, ovvero quella che coincide con il Natale e la chiusura delle scuole, si è registrata una diminuzione in percentuale dei casi segnalati nella popolazione di età scolare: il 20% rispetto al 24% della settimana precedente; di questi, il 34% è stato diagnosticato nella fascia d'età 5-11 anni, il 57% nella fascia 12-19 anni e solo il 9% nei bambini sotto i 5 anni.

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