Referendum Costituzionale

Boschi, l'ex fidanzata d'Italia che ha perso il tocco magico

Nelle ultime presenze tv l'autrice della riforma è apparsa impacciata e arrogante. Non piace più

Boschi, l'ex fidanzata d'Italia che ha perso il tocco magico

Roma - Addio monte Citorio sorgente dall'acque, ed elevato al cielo; articoli inuguali, poco noti a chi è cresciuto tra voi, e impressi nella sua mente... addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana!

Se la cavalcata dei Renzi è stata l'avventurosa scorribanda nelle praterie del potere, l'eroina, ora cavallerizza ora puledra, scalpita con i passi modesti di una Lucia Mondella di Laterina, circondario d'Arezzo. Colei che toccato il cielo costituzionale con un dito, e potendo carezzare sogni di futuro, precipitosamente cade assieme al suo cavaliere per un reato di presunzione, per l'oltracotanza verso i Padri fondatori della Costituzione. Triste è il destino di Maria Elena (Etruria) Boschi, le cui nozze con gli italiani, e con le riforme, prematuramente precipitano nel «non s'ha da fare». Di Matteo, Maria Elena è stata controfigura al femminile, anche nei tic e nelle gaffe d'arroganza (sulle fattezze, beh, è tutt'altro discorso).

Come lui, la Boschi ha preso l'infinita campagna referendaria per una spedizione punitiva in Russia. E lo si può capire, considerato il piglio guerresco mostrato più volte durante la conduzione dei lavori in Parlamento per lo stravolgimento di 47 norme costituzionali. Sempre attaccata all'iPhone, presumibilmente con il Capo in diretta, ha ostinatamente promosso arzigogoli e rimosso ostacoli al lesto procedere (leggi: senatori pidì). Più volte tacciata di essere essa stessa, in virtù del carattere saccente, d'ostacolo alla quiete dei lavori parlamentari, la Boschi sembrava comunque destinata a traguardi rosei quando è riuscita a condurre in porto il compitino consegnatogli dal suo boss di Palazzo Chigi. Inevitabile che la maestrina di Laterina, amena località di bassa toscana nella quale ieri ha deposto il voto, prendesse la campagna referendaria per fatto personale, con impeto degno di miglior causa. Dopo discrete incespicature iniziali (persino zittita da uno studente a Catania) che hanno costretto Renzi a sospenderla dalle comparsate televisive (non rendeva e s'impappinava, messa sotto pressione), Maria Etruria s'è ripresa nella parte finale, andando in lungo e in largo per lo Stivale come e più del suo Capo. In tv è stata immortalata mentre suggeriva alla Gruber, da padrona a sotto, di togliere parola e collegamento in studio a una contendente. Le sue dichiarazioni roboanti, la sua sicurezza disarmante, come si sarebbe detto nell'antica pubblicità, «con la sua bocca può dir quel che vuole», non tolgono che la Boschi abbia nuociuto alla partita delle riforme costituzionali prima, durante e dopo. «Le riforme sono la cassetta degli attrezzi del futuro, con il Sì vince l'Italia migliore, quelli del No sono coloro che da 30 anni parlano senza far nulla», sono alcuni degli slogan per una campagna che la signorina ha trovato «davvero bella», scaricando sugli avversari l'onere di toni troppo forti. «Nessuno di noi ha mai parlato di serial killer», ha protestata prendendosela con Grillo, suo bersaglio prediletto. Ma omettendo di ricordare l'irruenza strabiliante di Matteo. Che nel frattempo aveva rotto con la sua velocità di parola ogni muro di contenimento, dialettico e non.

Ogni sfera elicoidale compresa, di noi poveri elettori.

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