Milano«Berlusconi ha detto che lo fa diventare premier e se lo ha detto Berlusconi...». Parla con un filo di voce Umberto Bossi, il Senatúr appena tornato in Parlamento, per sostenere Matteo Salvini e per imbeccarlo sulla strada che secondo lui porta a un governo di centrodestra a guida leghista. Anche se il fondatore non sfoggia una salute perfetta, come conseguenza dell'ictus che l'ha colpito l'11 marzo del 2004 (domani saranno trascorsi quattordici anni) e la conversazione per lui è faticosa, telecamere e taccuini si concentrano su Bossi per carpirgli pensieri, stati d'animo e dichiarazioni, come si fa con l'anziano saggio di casa (Lega). Con i suoi settantasei anni, è il più avanti nell'età tra i parlamentari del partito di Salvini e tra i più anziani degli eletti in Parlamento. «Salvini vuole diventare premier ma può farlo se ha l'appoggio di Berlusconi. E molti possono dargli una mano, tutti. Mica si può mandare per aria la Lega» dice Bossi. Chi lo appoggerebbe? «Questo non lo so, però, se c'è una possibilità e Berlusconi lo appoggia, sicuro lo può diventare». Bossi mostra idee chiare su quel che farà: «Il mio cuore e la mia testa sono impegnati nella libertà del Nord».
E i parlamentari del Sud? «Tanti anni fa la Lega è andata a Roma con una marea di parlamentari, non è la prima volta». Non sfugge a chi gli chiede del barbaro sognante Roberto Maroni, presidente uscente della Regione Lombardia: «Si diverte».
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