C'è una campanella che suona alle tre di mattina. Fuori è ancora buio e il sonno è ancora tanto, eppure c'è fermento. Sono le madri che portano al nido i loro bambini. Dura la vita delle braccianti. E pure per i loro figli, svegliati nel cuore della notte, vestiti e imbacuccati per iniziare una nuova giornata. Orari che stravolgono il sonno, la vita stessa. Eppure, gli abitanti di Villa Castelli un paese nella provincia di Brindisi, questo servizio offerto dal comune è stato benedetto dalle famiglie. Vitantonio Caliandro è un sindaco concreto e con le idee chiare. Sua la volontà di andare incontro alle braccianti con orari massacranti. «Molte di loro non sapevano a chi lasciare il bambino, ci sono le nonne certo ma se sono in grado di farlo, vanno anche loro a lavorare in campagna. Perché sa, la paga è quella che è ma davanti ala possibilità di lavorare nessuno si tira indietro. Il lavoro è davvero massacrante, ore e ore passate nei campi, il minimo che ci sembrava doveroso fare come amministrazione comunale era aiutare le donne di questo paese garantendo loro un posto dove poter lasciare i figli. E allora abbiamo aperto i cancelli alle tre di mattina». E così, in una stagione in cui si parla soltanto di caporalato, di sfruttamento della manodopera, ecco una bella notizia.
Il servizio ha preso il via il 16 settembre. La giunta comunale, per metterlo in atto, ha deciso di utilizzare i buoni del Servizio di «Conciliazione Vita-Lavoro» per le famiglie. «È prevista un'utenza di settantacinque bambini – spiega Mirella Carlucci l'assessore ai Servizi sociali– da dividere in tre gruppi di venticinque, da destinare alle altrettante fasce previste dal servizio». La prima fascia va appunto dalle tre alle nove del mattino, e c'è di più: proprio per ridurre i disagi è stato pensato anche ad un servizio navetta e accompagnamento per i piccoli.
I costi per le famiglie sono legati al modello Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) e quindi, in base al reddito accertato, si potrà accedere a percentuali di sconto che possono oscillare da un minimo di 20 a un massimo del 90% della tariffa applicata. Insomma, un bel sostegno per le famiglie che lavorano, una storia a lieto fine se non fosse per una nota stonata dell'ultima ora dal sapore tutto italiano. Il sindaco che risponde al telefono e ammette: «Il sindacato ci ha momentaneamente bloccato». Al centro della disputa ci sarebbero di sette persone che dovevano venir confermate alle quali però pare non sia stato fatto ancora il contratto. «Avevo promesso di sanare il tutto, avevo chiesto solo un po' di pazienza. Entrando il nido a regime sarebbe andato tutto a posto», spiega il sindaco. «Ma non mi hanno voluto dare ascolto. E per ora si è fermato tutto.
Ma posso assicurare che sono un tipo combattivo e non mi arrendo davanti a questo ostacolo. L'asilo riaprirà presto». Parola di sindaco. La battaglia con i sindacati va avanti. Intanto, in mezzo, ci sono le famiglie, le donne prima di tutto a pagare per una vita dura.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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