Roma - Alle urne, alle urne è l'invocazione di Matteo Salvini e Luigi Di Maio che vogliono il voto subito. E certamente dopo il definitivo discorso di Sergio Mattarella la domanda non è più «se» si voterà ma soltanto «quando». Addirittura per Di Maio luglio è già tardi e dunque ieri ha annunciato l'intenzione di chiedere un decreto di emergenza ad hoc «che consenta di andare a votare anche a giugno». Ipotesi però subito bocciata dal capogruppo della Lega alla Camera,Giancarlo Giorgetti. «Di Maio vuole votare a giugno? Vedo che non c'è la trattativa - replica Giorgetti -. Noi non auspichiamo di andare al voto ma vogliamo fare un governo espressione del voto degli italiani». Comunque nonostante la pressione esercitata dai Cinquestelle e dal Carroccio il voto anticipato anche a luglio rappresenterebbe un unicum nell'intera storia della Repubblica italiana. Visto che non sarebbe comunque possibile votare prima del 22 luglio, i cittadini dovrebbero recarsi alle urne in piena estate, circostanza mai verificata in passato: al massimo si è votato alla fine di giugno, mai in luglio. Si voterebbe pure due volte in uno stesso anno, altro evento senza precedenti ed infine questa legislatura conquisterebbe il record della più breve in assoluto. Non solo con un voto così ravvicinato, avverte Emma Bonino «potrebbero presentarsi solo Pd, M5s e centrodestra». Tutti gli altri, spiega, sarebbero esclusi perché non ci sarebbe il tempo per la raccolta delle firme dalla quale sarebbero esentati soltanto i partiti che hanno un gruppo in entrambe le Camere. Particolari che sicuramente non preoccupano i fautori del voto subito ma che hanno già avuto il loro peso sui mercati con Milano che ieri ha ceduto l' 1,64 e lo spread tra Btp e Bund tedeschi in salita. Alla Lega che chiede voto subito ha già risposto picche Forza Italia che preferirebbe elezioni in autunno. «Non ci spaventa il voto ma l'estate non aiuta la partecipazione, meglio l'autunno», afferma Mariastella Gelmini, capogruppo Fi alla Camera. Per Silvio Berlusconi sarebbe meglio evitare il voto anticipato visto che il leader azzurro vuol stabilità per l'Italia e un esecutivo in grado di affrontare le urgenze. Anche il portavoce di Fi, Giorgio Mulè pensa che l'ipotesi di votare a luglio «sarebbe un attentato al diritto di voto degli italiani» visto che «l'ultima domenica di luglio si sentono gli appelli agli anziani e ai cardiopatici a non uscire di casa» Mulè si chiede come si possa «invitare la gente ad andare a votare». Posizione condivisa anche da Giovanni Toti, governatore della Liguria: «Il voto in autunno, messi in sicurezza i conti pubblici, credo che sia la data più sensata». Ma la Lega insiste: se non si fa un governo politico allora meglio andare a votare a luglio perchè afferma Giorgetti, «il Paese ha aspettato fin troppo». Di Maio vorrebbe votare addirittura a giugno anche se riconosce che è più probabile che si vada «a finire il 22 luglio» data però sulla quale pende l'incognita astensione. Ma i Cinquestelle sono convinti di poter togliere una bella fetta di voti al Pd che da parte sua assicura di non aver paura del voto anche se preferirebbe evitarlo come la peste.
Il segretario reggente, Maurizio Martina, parla di «fallimento politico dei cosiddetti vincitori del 4 marzo che hanno lasciato l'Italia nel guado», riconoscendo che «dopo gli ultimi sviluppi lo scenario di un voto a breve non si può escludere».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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